Il Tirreno

La storia e il personaggio

Cuore di nonna Paola: «Emmanuel, mi hai fatto commuovere ancora»

Luca Barbieri
Cuore di nonna Paola: «Emmanuel, mi hai fatto commuovere ancora»

L’atleta arrivato quinto ai mondiali nel salto triplo è nato a Carrara nel 1998

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Carrara La diretta tv in piena notte – ammette – non è riuscita a vederla, ma appena sveglia, poco dopo le 6 di ieri (domenica 24 luglio), è stata la prima cosa che ha cercato: il piazzamento ai mondiali di atletica di Eugene (Oregon) del salto triplo. È qui che ha scoperto che il “suo” Emmanuel Ihemej si è classificato quinto in finale (17.17). «Ci ho messo un po’ a trovare il mio ritmo, ma dopo l’undicesimo posto olimpico questo risultato mi lancia verso i prossimi impegni con molte ambizioni. Lavorare a testa bassa e crederci fino in fondo», dirà poi il classe 1998 all’alba (orario italiano). Per lei, invece, per nonna Paola Micheloni, è un risultato «importante, che si merita, figlio del suo impegno». E subito dopo gli ha mandato il classico messaggino: «Gli ho fatto i complimenti. Non voglio chiamarlo, è ai mondiali, c’è il fuso orario, poi è molto impegnato, ma ci sentiamo spesso», racconta la carrarese.

La storia di nonna Paola e quella di Emmanuel, azzurro del salto triplo, protagonista ai mondiali e l’anno scorso alle Olimpiadi di Tokyo, si incrociano alla fine degli anni Novanta. I genitori di Emmanuel, entrambi nigeriani, appena arrivati a Carrara incontrano nella bontà e nel cuore di Paola e della sua famiglia un punto di riferimento importante. «Persone eccezionali – prosegue Paola – e anche quando si sono trasferiti a Bergamo pochi anni dopo siamo rimasti in contatto, ci vediamo, ci sentiamo. E lui ha preso la residenza qui, a Carrara, dove è nato nell’ospedale pediatrico in centro. Mi ricordo, un giorno, lui era molto piccolo e mi chiamò Paola, sua madre lo sgridò perché mi reputavano una persona di famiglia e da lì cominciò a chiamarmi nonna, gli ho fatto anche da “madrina”. Siamo molto legati; ora lavorano in California e il suo fratellino studia lì».

E infatti Emmanuel l’anno scorso, poco dopo le Olimpiadi, venne proprio da nonna Paola, a Carrara; e sempre lei, nella scorsa primavera, era presente a Bracciano quando il classe 1998 è entrato nel gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare. «Una delle emozioni più belle di sempre: mi sono commossa. Emmanuel era l’unico ragazzo di colore del gruppo, un messaggio importante per il futuro. Lui anche se vive in Oregon, dove studia all’università, e la sua famiglia vive in California, si sente profondamente italiano, qui d’altronde è nato e cresciuto: come gli dico sempre, lui è un “italiano vero”. Alla cerimonia mi è tornato in mente quando era piccolino e mi ha reso orgogliosa, perché fa parte della mia famiglia da quel giorno in cui ci siamo visti per la prima volta». La donna l’anno scorso è andata in California a trovarlo, poi il viaggio insieme a Bracciano, e le visite a sorpresa all’ombra delle Apuane: «Con i suoi impegni diventa difficile, anche perché gli ricordo sempre di mettere lo studio al primo posto, ma ci sentiamo tanto: sono contenta, si merita tutto questo perché so quanto è determinato e forte; non lo dico da nonna, ma si merita questi risultati e spero che possa continuare così. Anzi, ne sono certa», aggiunge. E prima di concludere rivela: «Pochi giorni fa mi ha chiamato, voleva un consiglio. A cosa servono le nonne altrimenti?».