Il Tirreno

In Lunigiana

Caldo e siccità: frutta e verdura bruciano e le olive sono piccoline

Donatella Francesconi
un’immagine dell’invaso della Marana a Bagnone
un’immagine dell’invaso della Marana a Bagnone

Gli allevamenti registrano una minor produzione di latte da parte delle mucche. Coldiretti: «Confronto aperto con la Regione per realizzare nuovi invasi»

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LUNIGIANA. Non solo la siccità, con i primi invasi destinati alle irrigazione per l’agricoltura, ma anche «un sole forte che va a bruciare frutti e verdure». È l’allarme che torna a lanciare la Federazione provinciale Coldiretti di Massa-Carrara, per voce del direttore Francesco Cianciulli. Che racconta qual è la situazione quotidiana che coltivatori e allevatori si trovano a dover affrontare in questa torrida estate senza una goccia di pioggia: «I frutti sono molto più piccoli, e lo vediamo anche sulle olive. Questo perché c’è meno acqua. Tutti, negli oliveti, ti stanno facendo quella che si chiama “irrigazione di soccorso”, andando a irrigare quando è possibile e nei momenti più adatti».

Come andrà per l’olio lo vi vedrà al momento della frangitura, ma la stima è che ne avremo sicuramente di meno.

«Nei vigneti, invece», continua Cianciulli, «stiamo vedendo un’anticipazione delle vendemmie, perché con il caldo si anticipa la maturazione dei grappoli». Ci sono, quindi, buone possibilità di vedere l’uva d’agosto.

Gli effetti delle mancate piogge e delle temperature massime più alte quasi di 5 gradi rispetto al passato si fanno sentire anche sugli allevamenti: «E in particolare sulla produzione di latte», sottolinea il direttore di Coldiretti di Massa-Carrara. Che continua: «Le mucche producono molto meno latte perché il clima incide sulla produzione di latte. E ci sono anche meno foraggi disponibili. Questo accade pur avendo ormai stalle con aria condizionata e umidificatori per consentire agli animali di sopportare il caldo». Ma la natura è la natura e non sente ragioni: dunque, con questo caldo la produzione di latte diminuisce.

«Anche i pomodori bruciano», racconta un agricoltore: «I fiori bruciano, cadono e non danno frutto. Così i pomodori rischiano di scottarsi». Che è ben diverso da quel maturare che porterà le “passate” di fine estate che, conservate nell’inverno, saranno un ricordo della bella stagione ogni volta che arriveranno in tavola.

«C’è difficoltà dei bacini a raccogliere acqua, la cui percentuale è estremamente ridotta», ricorda il direttore di Coldiretti analizzando la situazione di una Lunigiana che ha già visto lo stop parziale all’utilizzo dell’invaso della Marana, a Bagnone. «Per quanto riguarda l’implementazione di nuovi invasi, Cianciulli ricorda che è aperto un confronto per tutta la Toscana, in Regione, coordinato da assessore ambiente Monia Monni. «La posizione geografica dei nuovi invasi», sottolinea Cianciulli, sono ancora allo studio. Le indicazioni su dove realizzarli spettano alla Regione: se ci chiederanno un confronto su questo, come Coldiretti ci saremo». Ma Cianciulli ci tiene a precisarlo: «Senza questa parte di infrastrutture diventa complicato per il futuro delle imprese del settore». Le quali, date le variazioni climatiche che stiamo vivendo, «si ritrovano dentro una “tempesta perfetta”: clima torrido già da maggio e quando pioverà, come si è visto anche di recente, acquazzoni improvvisi che portano distruzione in breve tempo».

A questo quadro, si aggiunge – inevitabilmente – il tema dei danni che le azione stanno subendo: «È stata aperta», ricorda il direttore di Coldiretti provinciale, «la possibilità di comunicare sul sito di Artea quali sono i danni. Si apre così l’iter che può portare alla erogazione contributi, che comunque sono una soluzione tampone anche perché i tempi dell’erogazione si allungano».

 

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