Il Tirreno

in aula 

Accusato di stalking, il giudice lo assolve

Manuela D’Angelo
Tribunale di Massa
Tribunale di Massa

L’uomo, durante le indagini, è stato agli arresti circa un anno  E adesso non esclude di chiedere un risarcimento danni

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MASSA. Il rapporto con la fidanzata non era sano: la folle gelosia, gli scatti d’ira, un pugno in pieno viso dopo una lite, le scenate, le accuse di tradimento, le offese e le minacce. Ci sono le percosse, ma non c’è – secondo il tribunale – la condotta persecutoria. Non c’è quindi lo stalking, ipotesi di accusa per cui l’uomo è stato assolto e per cui, a seguito delle denunce della compagna e dei suoi famigliari, è stato però agli arresti circa un anno, tra domiciliari e cella.

Adesso che un giudice ha dichiarato la sua innocenza, l’uomo sta valutando se chiedere un risarcimento danni per quell’anno di detenzione. A difenderlo l’avvocato Riccardo Balatri che è riuscito ad ottenere per il suo assistito una sentenza di assoluzione riguardo agli “atti persecutori”, ma non per le percosse, di cui fu accusato dalla fidanzata e da alcuni passanti che una mattina assistettero al pugno che lui le aveva sferrato in pieno viso. La sentenza parla chiaro: “Non è emersa la condotta persecutoria; non vi è prova dei continui pedinamenti e delle minacce; la ragazza non è mai fuggita dall’uomo, ma ha acconsentito sempre che lui la contattasse; non ha mai bloccato il suo numero di telefono, ma gli inviò una foto nel giorno del suo compleanno, tutt’altro che terrorizzata da lui”.

Nel 2019 però, quando l’uomo fu indagato per stalking e percosse, gli atteggiamenti persecutori vennero riferiti: il pugno sferrato al volto dopo una lite fuori da un bar tanto che i passanti chiamarono le forze dell’ordine – episodio emerso in sede processuale –, ma non solo: il fratello di lei raccontò di una scena di gelosia durante la quale la ragazza fu appellata nei modi più truci e il giovane fu accusato anche di aver danneggiato le auto dei famigliari di lei, provando ad incendiarne addirittura una. Accusato anche di aver minacciato con una pistola la madre della ragazza. A seguito di queste accuse, per l’uomo è scattata la misura cautelare dei domiciliari e poi, accusato di aver cercato ancora di avvicinare la ragazza, del carcere. In sede processuale però non sono emerse prove dei danneggiamenti delle auto, se non la ricostruzione del fratello che testimoniò di aver visto una sagoma riconducibile all’uomo vicino al loro parcheggio; nessuna prova neanche delle minacce con arma da fuoco. E riguardo gli atti persecutori, la difesa ha provato in aula che era stata la ragazza a contattare l’uomo, che mai lo aveva allontanato definitivamente e che anzi continuava a coltivare la relazione, mandando foto e messaggi. Assoluzione per lo stalking, quindi, e tutto derubricato a percosse (reato per il quale Balatri ha già fatto appello) con pena prevista di 1 mese e 20 giorni di reclusione.


 

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