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«Leverotti ci ha diffamati», il comune di Vagli chiede 5 milioni e mezzo

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«Leverotti ci ha diffamati», il comune di Vagli chiede 5 milioni e mezzo

Maxi richiesta nel processo civile da parte del sindaco garfagnino Mario Puglia: «Si insinua che non abbiamo seguito le procedure, per noi danno d’immagine»

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MASSA. Non spiccioli, ma cinque milioni e mezzo di euro. Tanto vale il danno d’immagine che Franca Leverotti avrebbe causato al comune di Vagli secondo il sindaco Mario Puglia. Come? Per aver fatto richieste con alcuni documenti, ritenuti «diffamatori», dove si chiedeva ragione della regolarità delle procedura di attivazione delle cave nel comune.

Una richiesta enorme, con una cifra così ingente e fuori portata per il portafogli di praticamente chiunque, il sindaco la spiega con «la vocazione turistica e marmifera della città. Ci siamo sentiti diffamati e abbiamo ricevuto un grosso danno secondo noi da documentazioni, se saranno poi riscontrate ricollegate alla professoressa Leverotti. Affermazioni di una certa gravità che ledono la nostra immagine e sulle quale non è possibile passare sopra».

Secondo il comune infatti alcune mail inviate dal Grig e da Leverotti a diversi enti che partecipano alle conferenze dei servizi e alla Regione costituiscono atto di «diffamazione e calunni». A tal punto da giustificare una richiesta milionaria di condanna.

Le mail però sono arrivate in forma anonima, insieme alla copia di una denuncia inviata alla Corte dei conti e alla procura di Lucca, per l’’autorizzazione allo scavo di cava Borella, dopo 7 anni di attività teatrale tornata in piena atitvità estrattiva.

«C’è della documentazione che chiaramente fa risalire tutto alla dottoressa Leverotti ed è quello che chiediamo che venga accertato durante il processo civile» Per domani è fissata la seconda udienza, con il Comune che è difeso dall’avvocato Laura Buffoni.

«Noi abbiamo infrastrutture importanti nel turismo, abbiamo investito molto in questi anni. Ci sono centinaia, migliaia di persone che vengono a visitare il bioparco. La domenica è pieno di pullman che vengono anche da Massa e Carrara. Noi viviamo di questo e di attività estrattiva. . Ben 146 persone sono impegnate e lavoro nell’attività lapidea. Poi arriva all’autorità giudiziaria e al presidente della giunta regionale delle documentazione su alcuni illeciti che aveva commesso il responsabile per le autorizzazioni nelle cave, cioè il sindaco. Io. Per noi, quelle autorizzazioni sono state vagliate anche dagli organi e sono conformi alle leggi regionali e nazionali. Noi riteniamo che il danno subito sia stato cospicuo e per questo abbiamo chiesto un risarcimento importante», continua Puglia.

«I Grig si sono smarcati e ci hanno detto che quanto scritto non è riconducibile a loro. La signora Leverotti ci dice che sono documenti che sono stati diffusi contro la sua volontà, ma il danno di immagine per noi rimane».

Anche tre comunicati Grig su internet e sulla stampa sono oggetto di imputazione: l’intervento di Franca Leverotti, allora consigliere nazionale di Italia Nostra , nel corso dell’audizione delle associazioni ambientaliste (promossa dal Presidente del Parco Alberto Putamorsi) in merito al Piano estrattivo del Parco, il 2 luglio 2013 e da allora nel sito del Parco e un paio di interventi sui giornali.

«In tutti e tre i casi le osservazioni critiche sono rivolte al Parco e non al sindaco e al Comune di Vagli», fa sapere Leverotti. —
 

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