Il Tirreno

Il paradiso dimenticato dei Ronchi a Marina di Massa

di Libero Red Dolce
Il paradiso dimenticato dei Ronchi a Marina di Massa

Una delle zone più belle della città assediata da cartacce, marciapiedi rotti e prostituzione. Il comitato: «Soli da 8 anni»

11 aprile 2017
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MASSA. Del passato glorioso e letterario è rimasto il fascino dell’incontro tra il verde delle pinete e la spiaggia e poco più. A Ronchi venivano a passeggiare e godersi la frescura personaggi come Ungaretti e Calamandrei, la pace e l’aria di mare, l’incontro inusuale tra una natura benigna e l’eleganza di case e alberghi. Adesso la lotta, disertata peraltro dagli uomini, è contro l’incuria in cui versano il parco e le discariche a cielo aperto sparse qua e là.

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Quasi un migliaio di abitanti che ormai da troppo tempo si sentono periferia abbandonata. «Otto anni sono passati dall’ultimo importante intervento dell’amministrazione – si lamenta Paola Bertola, presidente della Pro Loco Ronchi Poveromo – e si trattò del rifacimento dell’impianto di irrigazione realizzato dall’assessore Brizzi. Da allora non si è visto più nessuno, lamentano dal comitato: solo una potatura dei pini all’incirca tre anni fa, ma le piante sono ricresciute. Basta fare un giro per vedere come sono ridotte».
In effetti la natura e le pinete, fiore all’occhiello del polmone verde di Massa, ora si sviluppano in maniera irregolare. «Vorremo che quello che con una certa regolarità denunciamo non fosse soltanto materia per riempire i giornali, lamentarsi e abbandonare lì. Eppure pare che non cambi nulla, nonostante le proteste e le segnalazioni l’area è rimasta nell’angolo più buio della memoria di chi amministra».
Si parte dai marciapiedi. C’era un piano di investimenti per rimetterli a posto, ma la situazione appare congelata. «Hanno messo dei parapedoni sui marciapiedi tempo fa, una cosa giusta. Sono fatti di materiale ferroso e lasciati a loro stessi si sono arrugginiti. Lo abbiamo segnalato e la risposta è stata di avvolgere con del nastro adesivo le superfici più taglienti e basta». Non proprio quello che ci si aspetta per abbellire una zona che dovrebbe vivere di turismo.


C’è poi il tema della mancanza di cestini della spazzatura. Radi, o quasi introvabili in certi punti, affastellati e pieni di sozzura da altre. Una distribuzione quantomeno poco razionale. Rincara la dose Bertola: «Attorno all’area del parco dove è stato realizzato lo sgambatoio per i cani ce ne sono ben otto. Peccato che ogni giorno si riempiano all’inverosimile e nessuno viene a pulire. Peraltro l’area è stata gestita dalla nostra associazione per otto anni, ma l’ultimo bando, preferendo l’organizzazione di attività ludiche, ha privilegiato altre realtà. Noi auguriamo un buon lavoro all'Associazione Leonardo, certi che il mantenimento di un target ottimale di pulizia e e il rispetto del decoro della piazza siano primario anche per loro, così come la valorizzazione del territorio attraverso l'identificazione di uno spazio pubblico fruibile».
Le note dolenti non si fermano però al solo parco. C’è il nodo irrisolto dell’area di Riva dei Ronchi, bloccata da anni e al centro di una disputa tra il Comune e la società che doveva costruire il grande impianto alberghiero. Che non si farà, perché l’area è stata classificata come “Pime”, cioè ad alta pericolosità idraulica, vietando dunque ogni costruzione non preceduta da messa in sicurezza. Ceduto il campo ora ci sono solo erbacce che crescono indisturbate sui marciapiedie natura selvatica. Il turismo non ripartirà da qui e intanto l’abbandono allunga le sue lunghe dita su questo bel pezzo di costa.

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«Di quell’area abbiamo chiesto la perimetratura – aggiunge Bertola – sia sul lato di via Ronchi che su quello dove c’è la Wwf. Ma non c’è stato nulla da fare». E su via Ronchi si allarga anche una piccola piazzola, fulgido monumento all’incuria. Pezzi di costruzioni edili abbandonati, plastica, rifiuti d’ogni sorta. Se Ronchi è un salotto bisogna mettersi degli occhiali con i vetri neri ben spessi per accorgersene.
Non va meglio andando verso Poveromo. «Più ci si allontana dal centro di Marina – critica Bertola – più la situazione perggiora. Marina va fino a Cinquale, ma qualcuno lo dimentica».
A parte il lungomare, le stradine interne sono un dedalo povero di indicazioni e ricche di buche. Crateri che con le piogge, bastano due ore di scariche battenti, e si trasformano in piscine. E arrivati a Poveromo rimane insoluto il problema della pineta di fronte al negozio di biciclette Faliero. Di giorno non c’è nessuno, «la sera è pieno di prostitute» spiega Bertola. Anche qui si rattopa, ma sono interventi parziali. Si avverte la mancanza di un piano, un’idea per ridare dignità a un’area dal grande passato e con un potenziale quasi intatto. Se non si lascia passare troppo tempo.

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