Il Tirreno

Floris Ammannati il carrarese che diresse Venezia

Floris Ammannati il carrarese che diresse Venezia

Guidò il festival dal 1956 al 1959. Fu anche sovrintendente del teatro della Fenice

3 MINUTI DI LETTURA





CARRARA. In città, oggi non c’è più una sala cinematografica. Per vedere un film bisogna andare a Massa o a Sarzana. Un segno dei tempi, un segno di come a Carrara il cinema sia “al tramnonto”. Eppure, in tempi non lontanissimi, era tutta un’altra cosa. E la città dle marmo, pochi lo ricordano ebbe anche un suo concittadino come direttore del Festival di Venezia. Cosa che merita di essere ricordata all’apertura della 73esima edizione della Mostra del cinema di Venezia, che anche quest’anno prevede la partecipazione di tante star hollywoodiane, come Mel Gibson, Denzel Washington, Jude Law, Naomi Watts e Natalie Portman. Si tratta del festival cinematografico più antico del mondo, dal momento che la sua prima edizione si tenne tra il 6 e il 21 agosto 1932, preceduto solo dall'Academy Award, comunemente conosciuto come Oscar, nato nel 1929.

La Mostra veneziana, dunque, è stata la prima manifestazione internazionale dedicata alla "settima arte". Quello che però molti, soprattutto a Carrara, non sanno è che questa rassegna, dal 1956 al 1959, fu diretta dal carrarese Floris Luigi Ammannati, che contribuì ad accrescerne il respiro internazionale, richiamando i più grandi nomi del cinema mondiale. In una città come la nostra, in cui oggi non esiste più nemmeno un cinema la notizia che un carrarese sia stato direttore della mostra cinematografica per eccellenza, occupando la stessa carica ricoperta in seguito da personaggi quali Gian Luigi Rondi, Carlo Lizzani e Gillo Pontecorvo, ha quasi dell'incredibile. Ma per verificarne la fondatezza basta connettersi ad internet e constatare che negli archivi della Biennale di Venezia è ancora custodito il telegramma con cui, nel 1958, Anthony Quinn ringraziava Ammannati, direttore della 19a edizione della Mostra del cinema, per averlo invitato alla rassegna. Il celebre attore, che accompagnava la proiezione in concorso di "Orchidea nera", pellicola diretta da Martin Ritt, grazie alla quale Sophia Loren vinse la Coppa Volpi, si concedeva anche lunghe gite nel centro di Venezia con la sua compagna di allora, l'attrice britannica Barbara Steele.

Il democristiano Ammannati ricoprì altri incarichi prestigiosi. Lasciata la direzione della Mostra, infatti, il carrarese, sempre a Venezia, divenne sovrintendente del Teatro La Fenice, restandovi fino al 1974 e, nel 1980-81, presidente dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, nella quale, ancora oggi, esiste un'aula intitolata alla sua memoria. Ma importante fu anche la funzione svolta da Ammannati nella Resistenza, tra le fila dei partigiani cattolici. Alla fine del 1944, infatti, egli attraversò il fronte e si recò a Viareggio, dove collaborò fino alla Liberazione con gli alleati nel ruolo di addetto al comando del servizio segreto americano che operava entro le linee nemiche. Era il celebre Oss, che, istituito nel 1942, fu il precursore della Cia, nata nel 1947. Quella di Ammannati, dunque, è una stata una presenza importante nella storia italiana, che meriterebbe assolutamente una riscoperta. Carrara, però, sua città natale, sembra averlo ingiustamente dimenticato.

David Chiappuella

Primo piano
Ambiente

Mare toscano sempre più caldo: anomalia record, +6,2°C oltre la media - Quali sono gli effetti e i rischi

di Francesca Ferri
Estate in Toscana