Crollo di via Carriona, le condanne
Pubblicata la sentenza della causa civile. Comune, Coestra e Abc dovranno risarcire i proprietari con mezzo milione
CARRARA. Crollo di via Carriona, in sede civile è arrivata la sentenza del giudice Domenico Provenzano. Ai ricorrenti una decina di persone, gli otto inquilini e due proprietari dei fondi della palazzina crollata il 2 novembre del 2010, un maxi risarcimento di circa mezzo milione di euro (497.500mila euro) che sono condannati a pagare, in solido, il Comune di Carrara, la ditta Coestra e la Abc che si occuparono dei lavori di messa in sicurezza sull’asse del Carrione nel centro storico.
Dopo sei anni, e una causa complessa per i proprietari (rappresentati dagli avvocati Gianluca Cavagnaro e Giovanni Piccioli) della casa sventrata arrivano i soldi.
La causa civile. Una causa delicata e l’obiettivo di un maxi risarcimento per i proprietari della casa crollata in via Carriona. In una prima fase c’è stato l’accertamento tecnico preventivo con la relazione del consulente di parte ingener Alexander Popoff.
Dopo i sopralluoghi tecnici, i rilievi e la relazione del consulente era stata avviata la seconda fase, di merito, che si è chiusa con la sentenza pubblicata giovedì scorso. Una sentenza che condanna Comune e ditte dei lavori sul Carrione al maxi risarcimento.
La causa civile era stata promosso non nei confronti di persone fisiche, ma delle società interessate ai lavori lungo il Carrione e del Comune. Gli inquilini non si sono costituiti parte civile nel processo penale e quindi il giudizio è andato avanti per proprio conto. In sostanza il processo in sede civile è stato avviato per ottenere il risarcimento dei danni in ragione del crollo della casa in via Carriona, ed è del tutto indipendente del procedimento penale in corso.
La vicenda. Una palazzina crollata (nel novembre di sei anni fa) e nel mirino , i lavori di messa in sicurezza lungo il torrente Carrione. Due procedimenti, uno in sede penale (in corso in tribunale a Massa) e uno che si è appena concluso in sede civile.
A tenerli insieme una pagina dolorosa della storia della città: i fatti risalgono al 2 novembre del 2010: una palazzina di tre piani, proprio sulla sponda del Carrione dove erano in corso i lavori per la messa in sicurezza dopo l’alluvione, in pieno centro storico, si sbriciolò letteralmente, lasciando una voragine dove una volta c’erano appartamenti e dove vivevano delle famiglie che, per fortuna, erano state fatte evacuare prima del crollo.
Dopo il crollo del Politeama per Carrara una nuova ferita. Un palazzo sventrato, e case danneggiate irrimediabilmente. Per molti la necessità di dover trovare un posto dove andare. Per i proprietari di alcuni fondi e appartamenti un bene immobile, acquistato con tanti sacrifici, compromesso.
Da qui la causa civile intentata con gli avvocati Piccioli e Cavagnaro. Una causa che ha ottenuto lo scopo prefissato: quello del maxi risarcimento che il Comune e le ditte dovranno sborsare in solido. Significa che i ricorrenti, quelli che hanno avviato il procedimento civile, potranno rivolgersi a Comune, Coestra o Abc per avere quanto dovuto.
La partita dei risarcimenti. La causa civile si è conclusa con la condanna, E le cifre risarcitorie stabilite dal giudice Domenico Provenzano dopo aver accolto la relazione del ctu Popoff, sono davvero importanti. Si parla di risarcimenti che in un caso ammontano a 131mila euro (per un gruppo di proprietari ricorrenti), in altri a 123mila, fino ad arrivare, alla somma di 11mila 500 euro.
Tutta una serie di somme che, insieme, arrivano a 497.500 euro.
Soldi per cui adesso i proprierati della palazzina e anche dei fondi in via Carriona danneggiati dal crollo, potrebbero bussare alle porte, o meglio alle casse del Comune. Un’altra tegola in vista per palazzo civico.
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