Il Tirreno

Acqua, il Tar boccia il sindaco di Zeri

Acqua, il Tar boccia il sindaco di Zeri

Respinta la richiesta di sospensiva della diffida della Regione Toscana al Comune lunigianese per la consegna delle infrastrutture idriche. Ma per il momento Zeri continuerà a gestire le sue acque.

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ZERI. La diffida della Regione Toscana al Comune di Zeri per la consegna delle infrastrutture idriche rimane ancora in essere. Lo ha deciso il Tar che (contrariamente a quanto scritto dal nostro giornale) ha respinto la richiesta di sospensiva dell’atto avanzata dal primo cittadino lunigianese, Egidio Pedrini. Tuttavia nessun commissario andrà a Zeri a prendersi gli acquedotti - come invece intimava la Regione - e le acque rimarranno in mano al Comune.

Questo perché nel frattempo il parlamento ha approvato una legge, la 221 del 2015 (disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali), in cui si stabilisce che,  non solo i Comuni montani sotto i mille abitanti, ma anche quelli sopra i mille, con le acque di particolare pregio, possano tenersi gli acquedotti.

Le carte in tavole quindi si rimescolano, tanto che i primi di febbraio Comune di Zeri, Ait e Regione si sono incontrati per analizzare la posizione di Zeri. L’amministrazione regionale, pochi giorni dopo, si è impegnata a «soprassedere all’esercizio dei propri poteri sostitutivi nei confronti del Comune di Zeri - si legge nella sentenza del Tar - e in particolare alla nomina del commissario ad acta». A questo punto la richiesta di sospensiva avanzata dal Comune di Zeri risultava inutile, «sterilizzato», scrive il tribunale. In altre parole: se la Regione nominasse un commissario, Zeri avrebbe ragione a impugnare l’atto,  nel caso contrario no.

Ma Zeri non molla e in camera di consiglio insiste per l’accoglimento della domanda cautelare. E questo spiega il sindaco, Egidio Pedrini, perché «la Regione, nonostante le legge 221 del 2015 non ha formalmente revocato la diffida e il Comune si trova ancora con una spada di Damocle». Il Tar a questo punto boccia la richiesta di sospensiva di Zeri, condannandola pure a pagare le spese processuali.

Ora la partita si gioca in capo all'Ait che procederà quindi alle valuterà se le acque di Zeri siano effettivamente di particolare pregio e se quindi il Comune possa tenersi gli acquedotti.

Ecco la ricostruzione della vicenda dell'Ait.  "Secondo la normativa in vigore fino a circa un mese fa i Comuni sotto i mille abitanti potevano gestire in autonomia il servizio idrico, ma il Comune di Zeri non rientra in questa categoria contando 1095 abitanti. Il sindaco del Comune di Zeri, nonostante non avesse i requisiti, ha tenuto il suo comune fuori dalla gestione del servizio idrico integrato svolto dall’azienda interamente pubblica che opera sul suo territorio. Allora l’Autorità Idrica Toscana ha chiesto il rientro del suo comune nella gestione del servizio idrico che il sindaco non ha voluto eseguire. Quindi il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha diffidato il Comune di Zeri a realizzare il rientro chiesto da Ait. Il sindaco Pedrini ha chiesto al Tar di bloccare il decreto del presidente Rossi, ma il Tar – a differenza di quanto dichiarato ieri dal Sindaco – ha respinto l’istanza del Comune di Zeri, condannando il Comune al pagamento delle spese. Perciò l’Autorità Idrica Toscana prende atto con soddisfazione della decisione del Tar di rigettare la richiesta di sospensiva del sindaco Pedrini. Adesso, secondo la nuova normativa del “collegato ambientale” alla legge di stabilità 2014, anche i Comuni sopra i 1.000 abitanti possono gestire l’acqua da soli, ma per farlo devono necessariamente corrispondere ad alcuni requisiti che devono essere verificati proprio dall’Autorità Idrica Toscana. L’Ait farà una verifica molto scrupolosa e solo allora sapremo se il Comune di Zeri potrà gestire in proprio il servizio idrico, a differenza di tutti gli altro Comuni della Toscana”.

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