Il Tirreno

Lucca

Belardelli si propone alla Lucchese «Vorrei incontrare la proprietà»

Pietro Belardelli 79 anni romano con affari e imprese in Bulgaria
Pietro Belardelli 79 anni romano con affari e imprese in Bulgaria

L’imprenditore romano torna a farsi sentire dopo sei anni e mezzo

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LUCCA. Ancora tu: ma non dovevamo vederci più? L’incipit di uno dei brani cult di Lucio Battisti introduce l’ineffabile Pietro Belardelli, 79 anni che, sei anni e mezzo dopo, non si rassegna all’idea di poter tornare a fare calcio in Italia prendendosi la Lucchese. Ci stava quasi riuscendo all’epoca di Arnaldo Moriconi ed era arrivato a un passo dall’acquisizione del pacchetto azionario e ci aveva provato anche nel 2021 incontrando l’allora presidente Bruno Russo quando i rossoneri (poi riammessi) retrocessero sul campo in D : «Dovrebbe ricordare a quei tifosi che non mi volevano che alla fine l’imprenditore Moriconi e l’ingegner Martinelli scelsero un gruppo di quattro persone che, alla luce dei fatti, non avevano un euro e a fine stagione portarono la società al crac. Fu una scelta improvvida: se mi avessero affidato la gestione della squadra le cose sarebbero andate diversamente e avrei portato la Tv di Lucca in Bulgaria». Era il 2018-19. Lui smania dalla voglia di tornare nel calcio: «Ho una proposta scritta da parte di un club di serie A moldavo, il Floresti. A inizio agosto andrò a parlare con i dirigenti, ma non mi rassegno all’idea di tornare in Italia. Guardi che non mi hanno tolto il passaporto, posso circolare liberamente. Continuo a lavorare con profitto in Bulgaria e le mie imprese edili sono attive con opere pubbliche in numerose città». La domanda sorge spontanea: perché questa spasmodica ricerca del club rossonero? «Mi avevano cercato per rilevare la Pistoiese, ma la situazione era assai farraginosa. Poi qualche settimana fa ho letto della proposta di Alain Pedretti per entrare con una percentuale nel club toscano e allora mi si è riaccesa la lampadina. Perché Lucca? Al di là della città che è stupenda, mi lega un’antica amicizia con una nobile famiglia, i Trebiliani. La professoressa Maria Luisa Trebiliani, ultima erede della dinastia, dedicò la sua vita alla storia del Risorgimento italiano ed in particolare a quella del Ducato di Lucca. Ero amico del fratello e ogni anno d’estate ero ospite nella sua villa a Saltocchio. Mi piacerebbe avere l’opportunità di essere l’artefice del Risorgimento della Lucchese». Veniamo al dunque: qual è la sua proposta? «Mi piacerebbe incontrare l’attuale proprietà per uno scambio di opinioni. Poi da cosa nasce cosa. Ricordo per i deboli di memoria che ho portato il Lugano dalla B alla Champions con tecnici italiani come Sonzogni e il compianto Morinini. Il crac con il Lecco è attribuibile all’errore di aiutare un amico in difficoltà (Cimminelli ex presidente del Toro) e comunque ho pagato tutti i creditori prima che iniziassero le procedure fallimentari». Ma fare calcio in Italia, anche in C, costa molto di più che in Moldavia: «Qual è il problema? Posso garantire una gestione da 1,2-1,3 milioni annui che sommati al minutaggio fanno 1,7-1,8 e con l’aggiunta di sponsor oltre due milioni. E non mi spaventa rilevare interamente le quote del club».


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