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Il volo di Lisa, da Barga al Friuli a difesa della porta del Tavagnacco «Ho fatto l’Erasmus del calcio»

di Eva Bertolacci
Il volo di Lisa, da Barga al Friuli a difesa della porta del Tavagnacco «Ho fatto l’Erasmus del calcio»

24 maggio 2023
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BARGA. Il primo anno di Serie B non si scorda mai. Per Lisa Jasmine Marchetti, nata nel ‘98 a Barga e cresciuta a Filecchio, la prima stagione in cadetteria è stata lunga e ricca di esperienza. Approdata l’estate scorsa al Tavagnacco (Udine) dopo tanti anni col Filecchio e la Lucchese non è stato facile per lei lasciare il “nido” e provare a spiccare il volo. Lei che è abituata più che altro a volare in area di rigore, alla ricerca della preda più preziosa, quel pallone da stringere forte con i guantoni per salvare la propria porta. Arrivata quasi alla fine può essere il momento giusto per fare un bilancio.

«È stato un anno lungo – conferma Lisa – ho vissuto molto lontano da casa e anche questa è un’esperienza che fa crescere. In Friuli mi sono misurata con un altro mondo, con un dialetto diverso e con un modo di vivere diverso».

Com’è nato l’interessamento del Tavagnacco?

«Avevano iniziato a seguirmi già dalla fine della scorsa stagione e quando mi contattarono non ci pensai su due volte e dissi subito di sì. Qui è stato tutto completamente nuovo, non avevo mai provato niente di simile nella mia esperienza. È stata una sorta di Erasmus fra calciatrici provenienti da tutta Italia: un’inglese, una spagnola, l’unica altra toscana è la livornese Matilde De Matteis, cresciuta nelle giovanili dell’Empoli. In dieci mesi ho imparato tanto. Oltretutto mi sono ritrovata a essere la terza più grande e a dover recitare il ruolo di chioccia per certi versi».

Una realtà peculiare nel contesto del calcio femminile italiano.

«È una matricola tutta femminile, vanta partecipazioni in Champion’s League, ha fatto la storia del calcio femminile italiano, qui sono passate giocatrici che sono poi diventate top player: parlo di Alessia Tutino, Ilaria Mauro e la capitana della Nazionale Sara Gama».

Lisa, come è nata la sua passione per il pallone?

«Ci giocavo con il mio vicino di casa, Mirco: suo padre Enrico Lemmi era allenatore. Mi trovavo bene a giocare con i maschietti, quando cominciai a giocare con le ragazze mi faceva quasi strano. Prima giocavo a Lucca, poi andai a giocare a Bagni di Lucca. Il mio debutto fra i pali fu particolare. All’inizio infatti ero una giocatrice di movimento, però all’epoca il nostro portiere titolare andò via a metà campionato. Bisognava che qualcuno andasse fra i pali e io, che ero affascinata da quel ruolo, mi proposi».

E come andò?

«Malissimo! Perdemmo qualcosa come 6-0, però per me fu amore a prima vista: il portiere veste diverso dagli altri giocatori, è da solo, ha tante responsabilità, mi facevano emozionare i miei progressi veloci in allenamento, da lì capii che volevo fare questo».

Il momento più alto della sua carriera?

«Il quarto posto in Serie C col Filecchio da neopromossa nel 2021. Dimostrammo di essere una realtà umile, una società con le idee chiare, che pur avendo pochi mezzi, con l’arte di arrangiarsi, riuscì a competere con realtà professionistiche affermate, che ora sono tutte in Serie B. Una favola che per certi versi rivedo nel Cittadella, che ha dato del filo da torcere al Napoli e alla Lazio nella conquista della A».


 

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