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Recupero dell'ex scalo merci, si cambia: il mutuo da 2,6 milioni al palazzetto

di Gianni Parrini

	A sx l'area dell'ex scalo merci, a dx il palazzetto dello sport
A sx l'area dell'ex scalo merci, a dx il palazzetto dello sport

Lucca, il nuovo terminal bus resta nei piani ma sarà Ferrovie a realizzare i lavori. La giunta ha spostato il finanziamento aperto con Cassa depositi e prestiti sul progetto per l’impianto sportivo

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LUCCA. Niente più mutuo per acquistare l’area dell’ex scalo merci: la giunta comunale ha ufficialmente deciso di stornare i 2,6 milioni di euro inizialmente destinati all'acquisto dell’area da Ferrovie dello Stato e di devolvere il prestito al progetto per la realizzazione del nuovo (doppio) Palazzetto dello sport di via delle Tagliate, il cui progetto firmato da Ati Project di Pisa sarà presentato a inizio novembre. Un cambio di destinazione che, però, non segna la fine del progetto per il nuovo terminal bus, ancora previsto – seppure con un diverso schema – all’interno del Piano operativo, grazie a una scheda norma dedicata e a un dialogo in corso con FS Sistemi Urbani.

La svolta è contenuta nella delibera n. 194 del 31 luglio 2025, con cui la giunta Pardini ha sancito la rinuncia all'acquisto diretto dell’area, originariamente previsto da un accordo del 2011 e confermato nel 2021 dalla giunta Tambellini. Le motivazioni sono tecniche ma sostanziali: circa 3.000 metri quadrati dell’area non risultano più disponibili alla vendita, essendo considerati da Ferrovie “strumentali all’esercizio ferroviario”. Inoltre, dubbi su possibili bonifiche da eseguire e sulla presenza di sottoservizi (come cisterne e cavi ad alta tensione) avevano spinto, già nel 2022, l’attuale amministrazione a congelare l’operazione. «Non è più pensabile – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Nicola Buchignani – che il Comune investa risorse per acquistare direttamente l’area. Abbiamo scelto di procedere diversamente: non compriamo, ma otteniamo in concessione la parte utile all’intervento». Si sta provando a costruire un accordo in base al quale saranno le Ferrovie a realizzare il nuovo terminal intermodale come parte della trasformazione urbana prevista dalla scheda norma inserita nel Piano operativo, cedendolo poi gratuitamente all’amministrazione.

Il progetto non esce dunque di scena, ma cambia percorso: è FS Sistemi Urbani a guidare l’intervento, sulla base di una scheda urbanistica che suddivide l’area in due ambiti: una zona privata, dove Ferrovie potrà edificare spazi direzionali o misti; e una zona pubblica da cedere al Comune, pari al 48% dell’area, destinata proprio alla realizzazione del terminal bus, dei parcheggi e delle infrastrutture viarie collegate.

Il nuovo nodo di interscambio sorgerà dunque nella parte dell’ex scalo oggi occupata dal parcheggio a pagamento, a nord dei binari ferroviari. Un punto strategico per la mobilità cittadina, come ricordato dallo stesso Buchignani in un recente consiglio comunale: «Avere oggi un terminal bus in piazzale Verdi è un limite. L’obiettivo resta quello di spostarlo accanto alla stazione, collegandolo con una nuova viabilità che passa dal prolungamento di via Mazzini». La nuova strada è in fase di progettazione avanzata e sarà realizzata direttamente dal Comune, anche grazie a un accordo di programma in fase di definizione proprio con Ferrovie, che eviterà – secondo quanto riferito dall’assessore – il ricorso all’esproprio. Il completamento dell’asse stradale sarà il primo passo concreto per sbloccare finalmente il progetto del terminal, considerato «strategico per tutta la città» e atteso da oltre vent’anni. «Siamo molto avanti col progetto della strada – spiega ancora l’assessore Buchignani – entro primavera conto di portarlo all’approvazione della giunta. Prima, però, dobbiamo definire l’accordo con Ferrovie».

L’area dell’ex scalo merci – al centro di promesse e annunci sin dai primi anni 2000 – ha dunque ancora un futuro urbanistico e infrastrutturale, seppur riformulato. La scheda norma è lo strumento che permette di intervenire senza dover acquistare l’area e allo stesso tempo di imporre al soggetto attuatore (FS) la realizzazione dell’opera pubblica, cioè il terminal.

In sintesi: niente acquisto, niente mutuo, ma il terminal resta in campo, dentro una partita che coinvolge urbanistica, mobilità e accordi istituzionali. Una svolta gestionale che, almeno sulla carta, potrebbe finalmente sbloccare una vicenda rimasta per anni al palo, in attesa di un progetto concreto.

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