Il Tirreno

Lucca

L’indagine

Turismo, Lucca campione d’Italia per il caro vacanze: più 20,2%

di Valentina Landucci
Turismo, Lucca campione d’Italia per il caro vacanze: più 20,2%

L’indagine dell’Unione nazionale consumatori: tra il 2021 e il 2025 l’aumento è stato del 56,5%, il quinto più rilevante a livello nazionale

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LUCCA. Tempi duri, ultimamente, per chi lavora nel settore turismo tra polemiche sui prezzi per le vacanze e spiagge vuote. E anche se a Lucca il mare non c’è la bufera sui rincari imperversa da un po’ di tempo, in particolare quella legata ai costi delle sistemazioni nelle strutture ricettive. Bufera che potrebbe rinforzarsi e diventare tempesta alla luce dell’indagine realizzata dall’Unione Nazionale Consumatori sulle città che hanno avuto i maggiori rincari per quanto riguarda il settore ricettivo nel suo complesso.

Due premesse doverose. Il settore alberghiero in città era e resta una nicchia: le strutture e i posti letto disponibili, specie se confrontati con quelli della Versilia, sono decisamente meno. Tanto che negli ultimi anni è esploso quello degli affittacamere, delle case vacanza e così via. Inoltre, come sottolineato nei giorni scorsi dalle stesse associazioni di categoria, a far registrare rincari importanti sui pernottamenti, soprattutto in occasione degli eventi principali come i concerti del Summer Festival o le giornate di Lucca Comics and Games, sono più affittacamere e strutture extra alberghiere. Tutto vero, salvo poi prendere in mano l’indagine dell’Unione Consumatori e scoprire che Lucca è campione d’Italia per gli aumenti dei prezzi del comparto della ricettività turistica dove no si fanno distinzioni tra alberghi e altri tipi di sistemazioni. Un primo posto “guadagnato” confrontando le cifre del 2024 con quelle di quest’anno. Il risultato? Più +20,2%. Primi davanti a Caserta (+13,7%) e Rimini (+10,9%).

Gli ultimi quattro anni

L’indagine, che ha riguardato le città che hanno avuto i maggiori rincari per quanto riguarda gli alberghi, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di luglio non si limita al confronto delle cifre anno su anno. Ma prende in esame anche il periodo pre-crisi, ossia all’estate del 2021, prima della guerra in Ucraina e del decollo dei prezzi, dalla luce al gas. Tra il 2021 e il 2025, a livello nazionale, i prezzi di alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, i cosiddetti servizi di alloggio, sono aumentati in media del 38,6%. Lucca non è la prima in classifica ma si guadagna comunque la top five con un +56,5% dopo Venezia (al primo posto con rincari del 64,7%), Milano (+60%), Firenze (+58,8%), Grosseto (+57,5%). Insomma una toscana ben rappresentata al vertice della classifica, ma anche in coda: la più conveniente è Massa Carrara con +2,9%

Gli ultimi 12 mesi

Rispetto a luglio 2024, rileva lo studio, alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, sono saliti in media nazionale in modo contenuto, +1,3%. Bene ma non benissimo, dato che proprio Lucca – rileva l’indagine – contribuisce a far sballare la statistica con il rialzo considerato record 20,2%, battendo – si fa per dire – anche la città Toscana “maglia nera” del caro prezzi, ovvero Firenze che non solo esce dalla top ten ma tra le città italiane si piazza al 54esimo posto con +0,3%. Tutto ciò in un quadro che vede i big delle vacanze nelle città d’arte, come Roma e Venezia, addirittura arretrare: i prezzi delle camere d’albergo scendono a Venezia del 1,3% (66esima) e a Roma del 3% (71esima). Per restare in Toscana i costi registrati a Siena confrontando il 2024 con il 2025 sono scesi del -12,6%. E lo stesso vale per Pisa ( -9,4%).

Il commento

«Dal 2021 ad oggi i servizi alberghieri hanno subito rialzi ben superiori al boom del Paese – afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori – agli aumenti degli stabilimenti balneari, saliti a luglio del 7,3% su giugno 2025, del 5,4% su luglio 2024, del 19,9% sull'estate del 2023 e del 22% sul 2021, si aggiungono quelli delle altre voci legate al turismo, che, messi tutti insieme, visti gli stipendi da anni al palo, costringono gli italiani ad accorciare sempre più le ferie o a non partire affatto». 
 

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