Lucca, l’accampamento dopo lo sgombero
In quattro sui materassi sul retro della casa appena liberata da 13 abusivi
LUCCA. Sono tornati. Non devono aver capito che lo sgombero di venerdì mattina era dovuto a un’illegalità praticata da chi aveva la disponibilità della casa e che loro in quell’immobile non ci potevano stare. In quattro, sui tredici allontanati da polizia e municipale dalla casa in via Matteo Trenta, ieri primo agosto sono stati trovati dagli agenti della questura dopo la segnalazione dei vicini, stanchi di vivere a ridosso di un edificio trasformato in una stamberga e con il rischio che saltasse in aria per una possibile fuga di gas, visto come si erano accampati all’interno anche con le utenze.
Gli operatori delle volanti sono tornati nella residenza trovando gli immigrati che, dopo aver scavalcato la recinzione, si erano sistemati con alcuni materassi sul retro della casa circondata da ampie porzioni di verde non curato da anni. Sono stati controllati e perquisiti per poi essere portati in questura dove è stata formalizzata per tutti una denuncia per violazione di domicilio. Uno aveva anche una dose di hashish ed è stato segnalato al prefetto per uso personale di stupefacenti.
Nel tempo il figlio della signora che aveva l’usufrutto dell’immobile, deceduta nel 2024, aveva messo a reddito la casa affittandola per 150 euro al mese agli immigrati. “Accordo” che l’uomo nega, ma che è stato riferito dagli “inquilini”. In quella casa la polizia un paio di settimane fa aveva scoperto una neonata con la madre. Ci dormivano in 13, in condizioni di promiscuità e insicurezza. C’era stata anche una fuga di gas, l’impianto elettrico era stato manomesso e ricostruito in modo artigianale, con prese volanti in ogni stanza. Dichiarato inagibile dai vigili del fuoco e firmata la conseguente ordinanza del sindaco, si è arrivati allo sgomberol
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