Lucca, ricattata per un video hard e ridotta a schiava del sesso da un meccanico conosciuto su Facebook
Finisce ai domiciliari l’uomo, 40 anni, di Pisa, che l’ha filmata e costretta a prostituirsi. Secondo l’accusa le avrebbe spento mozziconi di sigaretta sul corpo
LUCCA. La rete come l’inferno in terra per un’operaia lucchese di 32 anni devastata dall’incontro, avvenuto su “Facebook Dating”, con un ex meccanico di 40 anni residente a Pisa. L’uomo dapprima l’ha filmata durante un rapporto sessuale, poi l’ha minacciata di divulgare il video al datore di lavoro, ai colleghi e ai suoi genitori e – al termine di una serie di umiliazioni consistite, tra l’altro nello spegnere sui glutei una trentina di mozziconi di sigarette e nel colare cera bollente sulla schiena – l’ha costretta a prostituirsi nella zona di Ospedaletto. In pratica è diventato il suo protettore fissando gli appuntamenti attraverso un sito d’incontri sessuali a pagamento con uomini di tutte le età, seguendola con l’auto, stabilendo le tariffe, cronometrando il tempo delle prestazioni per poi percuoterla e impossessarsi della metà dei soldi, in talune circostanze cifre superiori ai 5000 euro, ricevuti dai clienti. Un incubo andato avanti da fine agosto a metà settembre 2024 quando la giovane donna ha trovato la forza di denunciare le violenze, i soprusi e le angherie ai genitori e ai carabinieri. Solo così l’ex meccanico a ottobre è stato sottoposto a custodia cautelare in carcere e da febbraio si trova detenuto ai domiciliari. In questi giorni si è tenuto – davanti al gip di Pisa, Eugenia Mirani – l’incidente probatorio con la parte lesa, assistita dall’avvocato Elena Tori, che ha raccontato il periodo di autentico terrore con botte, pugni e calci che le avevano procurato la frattura del setto nasale riscontrata al pronto soccorso del San Luca. La donna ha confermato le dichiarazioni rese ai militari al momento dell’esposto. Carabinieri che, tra l’altro, hanno sequestrato i cellulari della vittima e del suo aguzzino trovando conferma degli incontri sessuale gestiti dal partner che, per l’accusa, abusava di sostanze alcoliche.
Stalker seriale
Una persona incline a commettere atti persecutori e violenze psicologiche, fisiche be sessuali su donne fragili, insicure e indifese se è vero, com’è vero, che l’indagato non è nuovo a episodi simili. Il 3 marzo 2012 la Corte d’Appello di Firenze, con sentenza divenuta poi irrevocabile, lo aveva condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di violenza sessuale e sequestro di persona per aver stuprato e presa in ostaggio per quasi tutta la notte, l’antivigilia di Natale a Pisa, l'allora fidanzata, all’epoca dei fatti una ventenne che abitava a Cascina e che nel dibattimento si costituì parte civile e ottenne a titolo di provvisionale 40mila euro. E non è l’unico episodio perché il 19 febbraio 2024 – a causa di una serie di condotte persecutorie ai danni di una cinquantenne titolare di un negozio a Lucca – il gip di Pisa gli applicò la misura cautelare del divieto di avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico. Un soggetto che gli inquirenti ritengono «dall’elevato grado di pericolosità e dalla personalità priva di freni inibitori» tanto da agire con cattiveria, crudeltà e sadismo.
Nefasto a luglio di un anno fa l’incontro, attraverso una specifica applicazione Fb, con quell’uomo dall’aspetto curato, dai modi apparentemente gentili, che viaggiava al volante di una berlina e che per l’operaia rappresentava l’ideale “principe azzurro” così diverso dai giovani frequentati sino a quel momento e con cui aveva avuto delle relazioni lunghe. Il primo appuntamento è datato 3 agosto e da quel momento tra i due iniziava una quotidiana frequentazione con uscite che avvenivano sempre a Pisa. All’ex meccanico infatti era stato applicato dal giudice il braccialetto elettronico per lo stalking sulla cinquantenne lucchese e lui astutamente aveva mostrato all’operaia sostenendo che quel dispositivo tecnologico utilizzato per il controllo a distanza della posizione e dei movimenti era dovuto a una semplice resistenza a pubblico ufficiale. Un reato, quest’ultimo, che non prevede l’applicazione di quello strumento disposto dal giudice. Ma che non destava alcun sospetto nella giovane all’oscuro di qualsiasi nozione di natura giuridico-amministrativa.
Relazione tossica
Tra i due iniziava una relazione di carattere sessuale e a fine agosto l’ex meccanico proponeva alla giovane di iscriversi a Cam4, un sito d’incontri virtuali, al fine di arrotondare i guadagni dell’innamorato. La giovane, per paura di perdere quell’uomo, accettava e iniziava a pubblicare immagini e video che la ritraevano in maniera esplicita.
Da quel momento iniziavano i ricatti, i soprusi, le umiliazione, le violenze, le percosse arrivate sino all’annientamento della volontà della vittima disposta a prostituirsi pur di evitare la diffusione di quel video hard. Soltanto l’incidente stradale – causato da un colpo di sonno per quell’insopportabile vita notturna – con la sua auto che finisce contro un camion e nuovi, ripetuti e tremendi atti sessuali la convincevano a raccontare tutto ai genitori e ai carabinieri.
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