Il Tirreno

Lucca

La decisione

Capannori, decine di salme da rimuovere dopo la frana al cimitero di San Ginese

di Pietro Barghigiani

	Lo smottamento nell’area sud-est del cimitero con danni alle parti in muratura (foto Nucci)
Lo smottamento nell’area sud-est del cimitero con danni alle parti in muratura (foto Nucci)

Decisa l’estumulazione per procedere con i lavori di messa in sicurezza. I parenti possono rivolgersi al Comune, in caso di mancato contatto i resti saranno sistemati nella cappellina

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SAN GINESE. La frana non si ferma. E “sfratta” i morti. L’emergenza per lo smottamento apparso circa due mesi fa ha indotto il Comune a procedere con la rimozione delle salme a terra che si trovano nell’area sud-est del cimitero. Oltre 30 tombe, ma il numero potrebbero crescere, e 18 campi comuni.

Tecnicamente si chiama bonifica dell’area cimiteriale. Di fatto la zona danneggiata dalla frana va messa in sicurezza togliendo i sepolcri che si trovano nello spazio che si è sgretolato anche a seguito delle piogge di metà marzo.

Finora il Comune si era limitato a cantierare l’area oggetto dello smottamento dando un incarico d’urgenza a un geologo per preparare il progetto di risanamento ambientale e ripristino dei luoghi. Un lavoro che da affrontare in tempi celeri. Solo che dalle ordinanze di marzo e aprile la situazione è peggiorata con un’estensione del fronte della frana.

In attesa di appaltare i lavori, la priorità adesso è togliere dalla porzione del cimitero le tombe a terra e gli ossari nei campi comuni.

Un’opera impegnativa per la quale l’ente di piazza Aldo Moro chiede la collaborazione dei familiari dei defunti. Difficile per alcuni casi trovare i parenti anche più prossimi. Ci sono deceduti da oltre un secolo e tantissimi quelli che sono spirati negli anni’50 e’60. La maggioranza ha date più recenti, ma sempre nell’ordine di decenni. Nell’avviso pubblico affisso al cancello del cimitero, il Comune informa la cittadinanza dell’intenzione di procedere con la bonifica dell’area colpita dal movimento franoso e recuperare le tombe in marmo o pietra interessate. La zona va liberata il prima possibile con l’estumulazione dei feretri «purtroppo coinvolti nell’evento franoso e ospitati nelle tombe interessate e all’esumazione dei campi comuni alla stessa stregua interessati» spiega l’ente.

È stato stilato l’elenco delle tombe da rimuovere e la comunicazione rivolta ai parenti dei defunti ha come obiettivo quello far prendere contatti con l’ufficio Cimiteri. La raccomandazione del Comune ai familiari riguarda la necessità di partire, comunque, con la bonifica anche se non hanno ricevuto l’avviso dell’estumulazione.

Chi non si sarà messo in contatto con l’ufficio Cimiteri o non sarà stato raggiunto da comunicazioni dirette, deve sapere che i resti dei defunti recuperabili saranno conservati per minimo 60 giorni nella cappellina cimiteriale.


 

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