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Lucca, il Volto Santo è pronto a tornare: c'è la data

di Silvia Barsotti
Lucca, il Volto Santo è pronto a tornare: c'è la data

Si avvia a conclusione il lavoro di restauro del crocifisso ligneo: dal 13 settembre il laboratorio consentirà una visione ravvicinata

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LUCCA. Quando si parla di Lucca, è impossibile non pensare ai simboli che ne raccontano l’essenza, tanto per chi la vive ogni giorno quanto per i visitatori che arrivano da lontano per immergersi nel suo fascino senza tempo. Le Mura maestose, la torre con gli alberi sospesi, il Duomo di San Martino e, tra tutti, il Volto Santo. Un’opera d’arte che da oltre mille anni veglia sulla città, un’icona di fede e storia, sopravvissuta al tempo, alle guerre, alle trasformazioni. Da troppo tempo la vediamo solo dietro a un vetro, protetta e in restauro. Ora, finalmente, si prepara a tornare.

Dal prossimo 13 settembre, alla vigilia di Santa Croce, il Volto Santo sarà restituito al pubblico in una veste inedita: il laboratorio di restauro verrà infatti riorganizzato per consentire una visione ravvicinata e unica dell’opera. Si parla di un “nuovo” Volto Santo, ma non nel senso retorico del ritorno all’“antico splendore” — sarebbe impossibile dopo quasi 1250 anni. È piuttosto una nuova vita, che restituisce al crocifisso la volontà originaria del suo autore e riafferma la leggenda che lo lega alla città. «Gli abbiamo allungato la vita, è chiaro che ci saranno patine e invecchiamenti, ma fanno parte della sua storia», ha affermato Ilaria Buoncompagni, funzionaria di Sabap.

Ieri, nella suggestiva sala del Capitolo della sagrestia della Cattedrale di Lucca, è stato fatto il punto sul restauro. Presenti l’arcivescovo Paolo Giulietti, monsignor Alberto Brugioni, la Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Emanuela Daffra, la funzionaria Sabap Ilaria Boncompagni e Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione CrL, al suo ultimo giorno di mandato. «Il restauro del Volto Santo è l’intervento più significativo degli ultimi anni, per il valore che riveste per tutti noi», ha dichiarato Bertocchini.

«Il nuovo volto del Volto Santo farà piacere ad alcuni e farà discutere altri. Nei secoli erano stati aggiunti colori e strati. Tra poco lo potremo rivedere come appariva al momento del suo arrivo a Lucca», ha dichiarato il vescovo Giulietti. Il restauro ha svelato una storia affascinante: la rimozione della patina scura ha riportato alla luce decorazioni antiche, fasce di rosso cinabro, blu lapislazzuli e porpora, ornate da motivi in bianco e blu su una base di gesso e colla. Col tempo, questi colori furono coperti da strati di azzurrite che conferirono alla croce la celebre tonalità azzurra, raffigurata già nelle immagini trecentesche. Sono riemerse anche tracce, seppur deteriorate, delle lettere “Alfa” e “Omega” sul braccio verticale della croce, originariamente in foglia d’oro. Il recupero ha restituito non solo la vivacità cromatica e il pregio dei materiali, ma anche il profondo significato teologico dell’opera: da strumento di condanna a trono di grazia, nella raffigurazione del Cristo trionfante. Anche il nimbo gigliato sta ritrovando il suo splendore originario. Il 13 settembre il Volto Santo non tornerà ancora nel suo Tempietto, anch’esso in restauro. Tuttavia, la pulitura delle superfici in pietra ha già restituito frammenti decorativi e tracce di pittura murale rinascimentale, riportando alla luce motivi geometrici ispirati ai tessuti e antiche strutture lapidee, probabilmente risalenti alla prima cappella che ospitava il crocifisso.

«Il Volto Santo non è solo una scultura, ma un oggetto carico di valori simbolici. Qualsiasi decisione è stata discussa avendo in mente entrambi gli aspetti: l’opera in quanto manufatto di legno, colori, vetro e stoffa, e il significato che la sua storia millenaria le ha cucito attorno» ha dichiarato Daffra. l

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