Lucca, chiesti per Mario Cipollini due anni per calunnia: l’intreccio tra presunto doping e sponsorizzazioni
A denunciarlo è stato Ivano Fanini. Il 28 aprile è prevista la sentenza
LUCCA. La pm di Verona Eugenia Bertini ha chiesto la condanna a due anni dell'ex iridato di ciclismo, il lucchese Mario Cipollini, 57 anni, il Re Leone del ciclismo mondiale, imputato di calunnia nei confronti di Ivano Fanini, suo patron, per averlo accusato di una tentata estorsione. La sentenza, scrive oggi il Corriere del Veneto - è prevista per il 28 aprile prossimo.
Perché aveva querelato il patron
Cipollini aveva querelato Fanini in procura a Verona il 9 marzo 2017, sostenendo che avrebbe minacciato di diffondere notizie inedite sull'utilizzo di sostanze dopanti durante la sua attività agonistica, per ottenere il pagamento dovuto in base a una sentenza del giudice civile di Lucca su contratti di sponsorizzazione non rispettati.
La controquerela
La denuncia veronese del ciclista era stata archiviata nel luglio 2018, e Fanini aveva a sua volta denunciato Cipollini per calunnia. Il legale di parte civile ha chiesto un risarcimento danni di 70.000 euro, con una provvisionale di 30.000 euro. Il difensore di Cipollini ne ha chiesto l'assoluzione poiché non ci sarebbe stata la volontà dell'ex corridore di voler incolpare Fanini di tentata estorsione, ma solo la segnalazione di una serie di fatti affidati alla valutazione della magistratura. La prescrizione dovrebbe arrivare nell’agosto 2025.