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Dopo la bagarre in consiglio comunale

Lucca, caso latitante Palmeri e mafia: il sindaco vuole querelare – Video

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Pardini: “Si sono raccontate falsità e si è offesa l’istituzione e la mia persona. Non sono un “sindaco in odore di mafia”. Solidarietà a Bianucci per le offese omofobe

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LUCCA. Il sindaco Mario Pardini passa alle querele. “I legali stanno valutando i profili di responsabilità a livello di diffamazione contro istituzioni e persone” fanno sapere dall’entourage del sindaco. Nel mirino, quindi, non solo il consigliere Daniele Bianucci (Sinistra Con) dopo la frase pronunciata in consiglio comunale “parla come un un sindaco di città in odore di mafia” nella risposta all’interrogazione sulla presenza di un assessore a un incontro in cui era collegato da remoto Andrea Palmeri, capo ultras rossonero, latitante nel Donbass dopo la condanna a 5 anni per il reclutamento di mercenari.  L’assessore è Fabio Barsanti e l’incontro era allo stadio il primo giugno scorso.  Anche chi ha commentato potrebbe finire nella querela in fase di valutazione da parte dei legali del sindaco.

Afferma Pardini: “Anche oggi si è passato il limite. Ho deciso di procedere per le vie legali perché la misura è colma. Si sono raccontate falsità e si è offesa l’istituzione e la mia persona. Non sono un “sindaco in odore di mafia” come mi è stato detto, né un sindaco che ha “difeso a spada tratta” un latitante. Io, come la mia amministrazione, sono e sarò sempre per la legalità. Prendiamo le distanze da qualunque comportamento fuori dalla legge ma non tollereremo più questo livello di scontro che non fa che allontanare le persone dalla politica”. Ancora il sindaco Poteva esserci chiunque quel giorno e non era assolutamente

prevista e annunciata la presenza di nessun collegamento, soprattutto con un latitante, soprattutto con Andrea Palmeri. Il collegamento c’è stato, ma l’amministrazione cosa volete che vi dica? L’amministrazione è sempre stata e sempre sarà dalla parte della legalità. Io non ho difeso a spada tratta un latitante: le parole hanno un peso. Non tollero più che si faccia una narrazione completamente falsata alla città. È stata fatta una vergognosa offesa al consigliere (Bianucci) e qui gli sono vicino, ma è stata fatta settimane fa sui social e io come facevo a saperlo? Non posso le giornate a guardare i post sui social”.

Daniele Bianucci: “ “Hanno preferito montare una polemica sul nulla proprio per giustificare Barsanti e un latitante come Palmeri e per poter rimanere in silenzio su quanto accaduto, visto che non mi sono mai permesso di definire il sindaco mafioso. Proprio perché sono un componente del Consiglio comunale, sarebbe importante che l’Amministrazione tutta e il sindaco difendessero pure la principale istituzione cittadina dalle pesanti offese che Palmeri mi ha rivolto e che pure oggi continua a ribadire sui social dall’impunità della sua latitanza. E sarebbe importante rispondessero alle domande che poniamo per sgombrare finalmente ogni dubbio che la giunta non fornisce alcuna giustificazione politica a un condannato in via definitiva per reati gravi”.

Così il consigliere comunale Daniele Bianucci, sul caso Palmeri.

“Sono sinceramente grato alle tantissime persone, istituzioni, associazioni e forze politiche, a partire dalla mia famiglia, che mi sono stati vicino: da tutti voi, invece, non sono stato lasciato solo - conclude Bianucci - Mi spiace che qualcuno abbia voluto strumentalizzare le mie affermazioni e montarle ad arte, solo per non rispondere alle domande poste su un fatto grave e per evitare di prendere posizione sulle offese che ho ricevuto”.

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