Caso Palmeri, bufera in consiglio comunale: l’assessore Barsanti a un incontro con il latitante collegato dal Donbass
L’accusa al sindaco Pardini di non aver preso le distanze. L’opposizione lascia l’aula
LUCCA. Il sindaco Mario Pardini conferma in consiglio comunale che l’assessore allo Sport Fabio Barsanti ha preso parte a un incontro a cui ha partecipato, da remoto, Andrea Palmeri, capo ultras della Lucchese condannato in contumacia a 5 anni per aver reclutato mercenari nel Donbass dove vive da tempo. Una conferma ufficiale, dopo le versioni ufficiose, che ha dato il via a uno scontro che ha portato l’opposizione a lasciare l’aula dopo che il consigliere Daniele Bianucci ha replicato alla risposta del sindaco, che ha difeso Barsanti senza prenderne le distanze secondo l’accusa, sostenendo di aver parlato come un "qualsiasi sindaco in odore di mafia".
Mario Pardini scrive: “Ricapitoliamo: per mesi si è offeso ripetutamente il sindaco - e non Mario Pardini, ma l’Istituzione - sia nell’aula del Consiglio comunale, sia nei comunicati stampa o social. Quando sono arrivati anche auguri di morte al sindaco di Lucca non c'è mai stata nessuna reazione di solidarietà dai banchi della minoranza. Si è detto di tutto, anche su questioni riguardanti la mia famiglia. Oggi si è detto in aula che il primo cittadino è come un "qualsiasi sindaco in odore di mafia". Ed a seguire la solita polemica con successiva sospensione della seduta. Passavano i minuti e - invece delle scuse che mi aspettavo - l'opposizione ha abbandonato l'aula, perché “non ci sono le condizioni per un sereno dibattito” Ai posteri l'ardua sentenza”.
Il consiglieri di centrosinistra: “Il sindaco Pardini sceglie di non prendere le distanze da Palmeri, soggetto pluripregiudicato per reati gravi e violenti e latitante. Altro che esponente civico moderato!” A dirlo sono le consigliere e i consiglieri dei gruppi consiliari Partito Democratico, Lucca Futura, Sinistra Con - Sinistra civica ecologista, Lucca è un grande noi, Lucca Civica-Volt-Lucca è popolare. “Sì è vero, l’assessore allo sport Barsanti ha partecipato fino in fondo all’iniziativa e ha deciso di non abbandonare l’assemblea e anche io, se avessi potuto, sarei andato all’evento”. Con queste parole, che non avremmo mai voluto ascoltare da un rappresentante delle istituzioni, il sindaco Pardini ha risposto alla nostra interrogazione consiliare sull’episodio che noi reputiamo molto grave, dell’evento che ha visto intervenire da protagonista, a una manifestazione organizzata in spazi comunali, Andrea Palmeri, il pluripregiudicato lucchese tristemente noto per i ripetuti atti di violenza nella nostra città, condannato con sentenza definitiva ad una pena mai scontata neppure un giorno perché scappato e tuttora latitante all’estero. Da parte del primo cittadino, non una parola di biasimo invece sulle violenze, non un accenno all’inopportunità dell’episodio o della presenza di Barsanti, ma a chiosa del suo intervento si è semmai lanciato in velate allusioni circa la sua intenzione di adire le vie legali nei confronti di chi ha sollevato la questione in Consiglio. Pardini getta la maschera: lui che si vorrebbe presentare come candidato Presidente della Provincia rappresentandosi esponente moderato e civico, in realtà è completamente schiacciato sulle posizioni estremiste del suo assessore di Difendere Lucca, già Casapound, e non ha il coraggio di staccarsi da soggetti e mondi neofascisti e violenti che sono stati determinanti per la sua vittoria e senza i quali non sarebbe mai stato eletto sindaco”. Così i consiglieri comunali dei gruppi del centrosinistra, in merito alla risposta del sindaco in Consiglio comunale sulla partecipazione di Fabio Barsanti a un’iniziativa pubblica a cui ha partecipato il latitante Andrea Palmeri. “Il sindaco, con le sue parole, minimizza la partecipazione pubblica di un latitante per reati gravi ad un evento pubblico - continuano i consiglieri - Immaginate di ricoprire un importante incarico pubblico e di essere invitati a una festa organizzata in una struttura pubblica data in concessione. Ad un certo punto della serata gli organizzatori annunciano l'intervento di un latitante per gravissimi reati. Rimarreste alla festa o ve ne andreste? E il giorno dopo, condannereste quanto accaduto o rimarreste in silenzio, come se nulla fosse accaduto? Come mai, dunque, la presenza di questo latitante non è stata immediatamente denunciata da Barsanti che, come ha confermato Pardini in Consiglio, è stato presente fino in fondo all’evento? E come mai agli organizzatori, né sul momento né nei giorni successivi, non sono stati chiesti chiarimenti ufficiali su quanto accaduto? Perché non si è fatta sentire l’istituzione comunale nella persona del sindaco? E perché, pure quando è stato interrogato da noi in Consiglio, il sindaco non ha speso neppure una parola rispetto alla presenza del suo assessore ad un'iniziativa alla quale ha preso parte un noto pregiudicato, e sull’opportunità stessa che Palmeri intervenisse? La scusa “la presenza di Palmeri non era stata annunciata” è davvero sufficiente ad esimere Pardini dalle chiare responsabilità politiche che un fatto di tale portata comporta? Pure dalla scelta di non assumere alcun tipo di provvedimento, anche nei giorni successivi?” “Noi pensiamo che la risposta del sindaco sia stata molto grave, in particolare, nei confronti di tutte quelle persone che a Lucca sono state picchiate e mandate in ospedale da quel latitante, e continuano anche oggi ad essere offese dagli interventi pubblici che tale soggetto rilascia dall’impunità che la latitanza gli consente – concludono i consiglieri del centrosinistra - E invece di rifugiarsi in un vittimismo utile solo ad evitare di assumersi le proprie responsabilità, crediamo sarebbe stato importante che Pardini avesse finalmente preso le distanze da un episodio del genere. Ancora una volta le nostre speranze sono state vane, e a pagarne le conseguenze è la Città”. Solidarietà a Pardini è arrivata da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Di contro, condanna del sindaco e solidarietà a Bianucci, dal Pd locale e regionale.