Il Tirreno

Lucca

8 marzo

Violenza sulle donne in crescita: a Lucca in un anno 298 richieste di aiuto

di Gianni Parrini
Violenza sulle donne in crescita: a Lucca in un anno 298 richieste di aiuto

La maggior parte dei casi riguardano donne italiane, le straniere sono un terzo Il Centro Luna: «Alloggi e lavoro i problemi principali, da soli non ce la facciamo»

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LUCCA.  «Facciamo tanto, ma non possiamo fare tutto. Non da sole almeno. Se non lavoriamo in rete con istituzioni e associazioni non riusciremo a risolvere i problemi di queste donne, il primo dei quali è logistico, ovvero trovare un alloggio. E possibilmente anche un lavoro». Daniela Elena Caselli, presidente del Centro antiviolenza Luna, inizia così la conferenza stampa organizzata per presentare i dati sulla violenza di genere del 2022 e le iniziative in programma per oggi, 8 marzo, Festa della donna. Evento che quest’anno sarà caratterizzato da “L’8 in Virtus”, corsa collettiva di 300 metri con flash mob in programma per questo pomeriggio alle 17,30 al campo scuola Martini. Il tutto organizzato dalla Luna con l’Atletica Virtus e la Giulliet asd. Un modo non banale di sensibilizzare le persone sul tema della violenza di genere. Sport e danza, infatti, sono due discipline che insegnano ad avere consapevolezza del proprio corpo, un corpo di cui le donne che subiscono violenza spesso non sono più padrone.

I numeri

«Gli accessi al Centro antiviolenza nel 2022 sono aumentati – spiega Giulia Panconi, operatrice della Luna –, da un lato è l’effetto dell’attività di sensibilizzazione che facciamo sul territorio che spinge le donne a farsi avanti. Dall’altro, però, conferma il problema è molto diffuso. L’anno sono state 298 le donne che si sono rivolte al nostro centro, un dato in aumento rispetto al 2021. Alcune chiamano al telefono, altre scrivono alla mail o sui canali social, altre ancora si presentano in sede. A volte arrivano anche a seguito dell’attivazione del codice rosa nei Pronto soccorso. In taluni casi chiedono solo informazioni, e anche questo è un primo segno di consapevolezza, altre invece hanno bisogno di aiuto: in 199 casi abbiamo attivato dei percorsi, che vanno dall’assistenza legale, al sostegno psicologico, dall’attivazione dei servizi sociali alla ricerca di un alloggio o di un lavoro». La maggior parte dei casi riguardano donne italiane, mentre le straniere rappresentano circa un terzo del totale. Per questioni di dimensione e popolazione, Lucca è il comune che conta il maggior numero di accessi: 113. La violenza spesso si consuma tra le mura domestiche e i dati lo confermano: sono ben 125 le donne che convivono con il maltrattante. In 88 casi si tratta di donne coniugate, in 16 di donne conviventi, in 11 casi di divorziate e in 40 di separate. In 64 casi è stata presentata denuncia e solo quattro volte è stata poi ritirata, un dato incoraggiante visto che in passato il numero delle remissioni di querela era assai più elevato. È in aumento il numero delle donne che lavorano (99) e che quindi hanno un certo grado di autonomia. Le violenze a cui sono sottoposte sono varie: in 183 casi è trattato di violenze psicologiche, in 118 di violenze fisiche, in 26 di violenze sessuali, in 29 di stalking e in 36 di violenze economica. Come detto le donne che afferiscono

Vite in incognito

C’è poi il capitolo dedicato alle case rifugio, che rappresentano l’estrema ratio o per meglio dire la soluzione di emergenza per donne (talvolta con figli) che devono essere allontanate celermente da uomini violenti e messi in strutture il cui indirizzo è segreto. «Sono l’ultima spiaggia – spiega Caselli – è un po’ come entrare in un programma di protezioni testimoni. Non possono uscire, telefonare, spesso non hanno documenti perché sono fuggite velocemente da casa e non possono rientrarci. I figli, se ne hanno sono costretti a cambiare scuola, a vivere una vita praticamente in incognito. Il tutto finché non viene ristabilita una condizione di sicurezza, che arriva con il divieto di avvicinamento disposto dal giudice o con altre misure restrittive nei confronti di chi le minaccia. Sono strutture di secondo livello dove si può rimanere per un massimo di 180 giorni per provare a ripartire da zero. Ma non è facile: le donne che si trovano in questa condizione sono come bambine adulte che devono imparare a usare di nuovo quell’autonomia che è stata loro tolta. Sul nostro territorio ne abbiamo nove, più una casa famiglia. Le persone ospitate sono 69, di cui 29 donne e 40 minori. La consapevolezza dei bambini che si trovano a vivere queste situazioni è qualcosa che fa male: magari vogliono bene al papa ma sanno che può fare del male alla madre e quindi vogliono proteggerla. Sanno che devono lasciare tutto quello che hanno: la scuola, gli amici, la casa, i giochi. Accumulano rabbia e spesso questo li porta ad avere problemi nelle nuove scuole in cui vengono inseriti. Subiscono atti di bullismo o li commettono loro in prima persona. Non sono situazioni facili, la violenza assistita è altrettanto grave di quella subita. I nostri collaboratori li aiutano a scacciare la rabbia e a cercare di superare queste difficoltà. La violenza assistita è altrettanto grave di quella subita».

Il primo passo

Caselli prosegue esprimendo preoccupazione per come la riforma Cartabia potrà impattare su un settore delicato come quello della violenza di genere («stiamo facendo degli approfondimenti ma non sarà semplice») e mette in evidenza l’importanza della presa di coscienza: «Il primo passo per uscire da una situazione di violenza – dice – è riconoscerla ed esserne consapevoli, quindi è importante che noi del Centro antiviolenza Luna facciamo sentire che ci siamo, per essere un aiuto per tutte coloro che ne hanno bisogno. In questa giornata dell'8 marzo vogliamo, quindi, dare una speranza viva, grazie ad una storia vissuta, a tutte le donne che si trovano in una situazione di violenza e che magari hanno paura perché si sentono sole, non credute e non vedono un possibile futuro diverso».

Nel mese di marzo tante aziende, come il Centro Esteticamente e la Sanitaria hanno deciso di creare delle campagne a favore della Luna. Nei giorni scorsi è stato realizzato un evento per le ospiti delle Case rifugio, in cui le donne ospiti si sono prese cure di sé. L'iniziativa è stata possibile grazie alla truccatrice professionista Sada Del Carlo, Liquors Beauty, Kiko e donatori privati. «Abbiamo anche partecipato – spiega Elisabetta Fambrini – alla raccolta dei farmaci organizzata dal banco Farmaceutico dove eravamo presenti con punti informativi in due farmacie ed è stato un momento importante di sensibilizzazione. Oggi inoltre, il Centro antiviolenza sarà alla Croce Verde di Lucca per presentare il progetto #PerTe, sportello di ascolto per genitori, insegnanti, studentesse e studenti. Uno spazio per affrontare problemi legati al bullismo in ambiente scolastico. Luna sarà presente al Real Collegio per l'evento “Donne in viaggio fuori e dentro sé stesse”, organizzato dal Comune di Lucca, in cui ci verranno donate tre biciclette all’associazione». l




 

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