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L’indagine

Lucca, riceve i ristori per il Covid e ci ristruttura la casa

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18 persone segnalate dalla Guardia di finanza alla Corte dei conti per malversazioni sugli aiuti alle imprese per la pandemia

04 ottobre 2022
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LUCCA. Prendevano i soldi previsti come aiuti alle imprese per la pandemia senza averne diritto e li utilizzavano per scopi personali. Con questa accusa la Guardia di finanza del comando provinciale di Lucca ha segnalato alla procura della Corte dei conti 18 persone, per un danno erariale quantificato, complessivamente, in oltre 240mila euro.

L’attività scaturisce a seguito di numerosi controlli di polizia economico-finanziaria svolti dalle Fiamme Gialle della lucchesia, tra la fine dello scorso anno e l’inizio del 2022, in cerca di frodi sugli incentivi nazionali contro il Covid. Controlli che hanno portato alla denuncia  di decine di persone per i reati di truffa, indebita percezione e falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, perché, senza averne diritto, avrebbero percepito contributi a fondo perduto erogati dall’Agenzia delle entrate (previsti dal Decreto Rilancio) o beneficiato di finanziamenti bancari assistiti da garanzia dello Stato (contemplati dal Decreto Liquidità).

Successivamente, si è proceduto a interessare la Corte dei Conti per valutare  la rilevanza del danno erariale. Si tratta di tutti quegli atteggiamenti illeciti per cui, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, se i contributi erogati da enti a partecipazione pubblica, a garanzia statale, collegati a una mutualità agevolativa a sostegno dell’economia, vengono utilizzati dai beneficiari (privati) diversamente dai fini previsti, questi possono essere sanzionati anche dalla giustizia contabile. 

Tra i casi più significativi, si segnala quello riguardante il rappresentante di una società ispezionata (un'agenzia immobiliare di Lucca) che, dopo aver percepito un finanziamento di 24mila euro, girava lo stesso a favore del socio accomandatario, il quale, a sua volta, utilizzava l'importo per eseguire lavori di ristrutturazione della propria abitazione, nonché per altri scopi personali, eludendo il vincolo di destinazione dei fondi all'attività dell'impresa.

Ancora, i fatti accertati dal gruppo Viareggio, con riferimento a una ditta individuale viareggina esercente l'attività di ristorazione, il cui titolare aveva indicato ricavi non veritieri, pari a 142.467,89 euro, beneficiando indebitamente di un finanziamento di 25mila euro. Inoltre, i militari scoprivano che, nonostante la partita Iva risultasse formalmente attiva, di fatto l’attività di pizzeria era cessata in epoca antecedente all’emergenza sanitaria, in virtù di un contratto di cessione di ramo d’azienda.

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