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Fuggita dalle bombe di Mariupol fa nascere a Lucca la seconda figlia

Michele Masotti
Fuggita dalle bombe di  Mariupol  fa nascere a Lucca la seconda figlia

Anastasia è venuta al mondo al San Luca, la madre accolta a San Macario

07 agosto 2022
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LUCCA. Una nuova vita che sboccia è molto più potente delle bombe. Fuggita dalla guerra, una giovane madre ucraina ha trovato accoglienza a Lucca e lo scorso 24 luglio all’ospedale San Luca ha dato alla luce la secondogenita Anastasia. Una storia a lieto fine, scritta grazie all’aiuto di una comunità, quella di San Macario, che ha dato l’ennesima dimostrazione di quanto sia grande la generosità dei lucchesi verso una popolazione sotto assedio da ormai cinque mesi.

Ognuno custodisce nel cuore una propria Itaca. Quella di Elena, così si chiama la protagonista di questa vicenda, è Mariupol diventata, suo malgrado, uno dei principali simboli degli ingenti danni e della lunga scia di sangue causata dal conflitto. Dopo aver visto distrutta la casa dai bombardamenti russi e in seguito a 15 giorni vissuti in un sottoscala, la decisione tre mesi fa di raggiungere, assieme alla prima figlia Anna mentre il marito è rimasto nella città natale, la frazione del capoluogo lucchese dove risiede da diversi anni la suocera. Insieme ad altre cinque famiglie ucraine, le due donne sono entrare a far parte di un centro d’accoglienza gestito dalla Caritas di Lucca.

Don Marek Roman Labuc, parroco di San Macario, trattiene a stento la commozione per questo felice evento. «La nascita della piccola Anastasia ripaga Elena e sua figlia maggiore dei mesi di sofferenza e dolore che stanno tuttora affrontando – spiega Labuc –. La nostra comunità le ha accolte nelle maniera corretta, non facendo mancare loro la propria vicinanza e rifornendole di ciò di cui avevano bisogno».

Don Labuc sottolinea come il processo di integrazione stia procedendo. «Anastasia sta partecipando alla scuola estiva Raggio di sole, conosce già qualche parola di italiano – dice il prete polacco –. Hanno fatto un viaggio lungo per arrivare fin qui, tenendosi sempre in contatto con il marito che, per quanto ne so, è riuscito a lasciare Mariupol (finita sotto il controllo dei russi ndr). Spero solo che il padre possa vedere quanto prima la sua seconda figlia».

Per cercare di lenire il trauma dell’abbandono della propria terra Elena si è affidata al centro di ascolto di San Macario, organizzato dalla locale Caritas. Ogni mercoledì questo ritrovo è diventato un appuntamento fisso per cercare di liberarsi dagli spettri della guerra e trovare la forza di ricominciare una nuova vita. «Per prima cosa ci tengo a ringraziare don Marek Lubac per averci messo a disposizione la parrocchia – afferma Giuseppina Abate, una delle organizzatrici di questo centro d’ascolto –. La guerra ha cambiato completamente la vita di Elena, che in Ucraina era la proprietaria di un centro estetico. Con la casa distrutta, trovarsi in una nazione così lontana e senza il proprio marito, non è facile. Ma Elena sta trovando stabilità anche per dare un futuro alle proprie figlie». Abate sottolinea, ancora una volta, quanto sia stata tempestiva la risposta degli abitanti di Piazzano, San Macario e delle altre frazioni dell’Oltreserchio, nella gara di solidarietà verso questa famiglia: «In tantissimi si sono adoperati per aiutare queste due giovani donne, arrivate a Lucca con poche provviste – chiosa Abate –. In questi mesi la Caritas lucchese non ha lasciato indietro nessuno ed è bello vedere come l’amore possa trionfare sulla guerra».


 

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