«Riaprire il Di Simo è un nostra volontà. Ci lavoriamo già»
LUCCA. Riaprire lo storico Caffè Di Simo e creare un’orchestra propria del Teatro del Giglio. Sono due tra gli obiettivi che l’amministrazione comunale perseguirà in vista del centenario pucciniano del 2024. «Sono volontà sulle quali stiamo già lavorando», conferma Mia Pisano, assessora alla cultura, all’indomani della serata conclusiva della rassegna “L’Augusta - La Fortezza delle Idee”, durante la quale sono emersi i due spunti di interesse. Ospiti della serata, insieme all’assessora Pisano, Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra, e la presidentessa dei Lucchesi nel Mondo, Ilaria Del Bianco.
La proposta di creare un’orchestra lucchese che potrebbe creare «un circolo virtuosissimo, insieme a una scuola di bel canto”, è arrivata da Venezi, unitamente alla sollecitazione in merito al rischio che Lucca «venga esautorata dalle celebrazioni pucciniane del 2024: credo che Lucca – ha detto Venezi – debba giocare d’anticipo con la creazione di un proprio comitato locale che dialoghi con tutte le realtà lucchesi e riesca a imporsi rispetto alle città più grandi come interlocutore ideale e principale», ha sottolineato.
Proposta subito raccolta dall’assessora Pisano. «Per il centenario di Puccini – spiega infatti l’amministratrice – vogliamo mettere in piedi qualcosa di importante. Da una parte l’orchestra, che accrescerebbe l’offerta culturale del Teatro del Giglio, dall’altra il nostro impegno è rivolto alla riapertura del Caffè Di Simo». Sono dieci anni infatti che lo storico locale – per oltre un secolo crocevia di intellettuali e musicisti, tra cui lo stesso Giacomo Puccini, che lo frequentava abitualmente – è chiuso, inizialmente per motivi legati alla stabilità dei solai, poi risolti, ma anche per contenziosi (poi conclusi) tra le gestioni che si sono succedute.
«Il nostro primo passo – spiega Pisano – sarà parlare con la Soprintendenza, per verificare quali possano essere, per l’amministrazione comunale, le strade da percorrere per giungere alla restituzione alla collettività di un luogo di tale importanza. Basta vederlo dall’esterno per capirne il valore: il Di Simo ha un grande bagaglio storico e culturale. Le strade da percorrere sono varie: con le Belle Arti vogliamo verificare quale sia la migliore, consapevoli ovviamente del fatto che si tratta di una proprietà privata».
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