Il Tirreno

Lucca

La protesta di 15 esercizi: penalizzati dal Summer

Il palco del Summer Festival
Il palco del Summer Festival

Lucca, lettera aperta a Comune e organizzatori per i tempi e le modalità del festival: chiederemo i danni

09 luglio 2016
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LUCCA. Sembra di essere ritornati ai primi anni Duemila. Quando tra Summer Festival e commerciali del centro non correva buon sangue. Ora, dopo qualche anno di tregua - se non di pace - e a poche ore dall’inizio dell’edizione numero 19 della grande kermesse musicale, arriva una lettera aperta firmata da quindici esercizi commerciali che annunciano un’azione legale contro l’organizzazione a causa di alcune scelte che - sostengono gli imprenditori - causerebbero un calo nel giro di affari di chi lavora in zona. La lettera, indirizzata a “sindaco, assessori e a quanti hanno collaborato all’organizzazione del Summer” è firmata da “La Toscana nel cuore”, Caffè Ninci, Frase srl, Maglierie Bellandi, Talmone, Play Run, Pizzeria Fuori di Piazza, Bar Pacini, Ale’s Bar, Elettronic mania, Sbor Brasil, Ghingko t bar, Il merendero, Il Pinguino e Franco Montanelli. Attività che si trovano in piazza grande, via Vittorio Veneto, via Vittorio Emanuele e piazza XX settembre. Negozi, bar, ristoranti che hanno qualcosa in comune: si trovano all’interno del circuito dei concerti e quindi, dopo la chiusura dei corridoi, non possono più avere clientela esterna.

Ma in realtà - sostengono nella lettera - per loro i problemi sono iniziati ben prima di oggi, ben prima che dal palco si levasse una nota. «Il Summer festival - scrivono - dovrebbe essere l’occasione per permettere alla città di rivivere economicamente, ma scelte sbagliate non solo non portano i frutti sperati, ma addirittura causano danni alle attività direttamente interessate da tale evento». In particolare - si chiede - «perché è stata autorizzata l’occupazione della piazza un mese prima del primo concerto, quando gli scorsi anni tutto si svolgeva in 7-10 giorni? E perché non sono stati limitati i danni alle attività, evitando di tenere la piazza recintata e chiusa al transito delle persone per tutto il periodo?».

C’è poi la questione delle tribunette lato nord, cioè lato piazza San Michele. Che penalizzano in particolare gli esercizi che sono collocati fra l’angolo con via Vittorio Veneto e quello con via Beccheria: «Perché non sono state posizionate - si chiede - sul lato opposto, dove non avrebbero tolto visibilità alle attività commerciali?».

Ma soprattutto il quesito che sta più a cuore è quello sull’inserimento all’interno dell’area concerto: «Perché non è stato concesso alle attività che volevano rimanere esterne alla manifestazione di poterci essere?». La convinzione dei firmatari, infatti, è che stando fuori dalla “zona rossa” si lavori molto di più rispetto a chi si trova dentro, che può contare come avventori “soltanto” sul pubblico dei concerti. Infine, un punto già emerso l’anno scorso: «Perché il generatore è stato posizionato un mese prima, causando problemi al transito di mezzi pubblici e furgoni? Possibile che solo la gente comune ci comprenda? A che scopo è stato organizzato tutto ciò?».

Infine, un invito e un “avvertimento” ai destinatari della missiva: «Vi chiediamo soltanto di uscire dai vostri uffici e venire a toccare con mano il risultato del vostro operato. Per un’oretta mettetevi nei nostri panni, e rendetevi conto di quanto ci avete e ci state penalizzando. Ci riserviamo di agire al termine della manifestazione a difesa dei nostri diritti». (l.c.)

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