La previsione
A CASA DI
La dimora nel parco di Cohen e Gervaisambasciatori del verde
Paola Taddeucci
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Gil Cohen e Paul Gervais nella loro dimoraIl giardino è stato visto e rivisto, fotografato e celebrato, sulle riviste e sul web, in Italia e nel mondo. D'estate è meta anche di visite guidate a pagamento, i cui proventi vanno alla locale Croce Verde. Ma la casa no. È aperta solo a familiari e amici, niente visite guidate né telecamere, flash o taccuini
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LUCCA. Il giardino è stato visto e rivisto, fotografato e celebrato, sulle riviste e sul web, in Italia e nel mondo. D'estate è meta anche di visite guidate a pagamento, i cui proventi vanno alla locale Croce Verde. Ma la casa no. È aperta solo a familiari e amici, niente visite guidate né telecamere, flash o taccuini. «Non è il tipo di villa - così i proprietari motivano la loro scelta - da aprirsi al pubblico, è un luogo molto intimo e personale». Con "Il Tirreno" Gil Cohen e Paul Gervais hanno fatto eccezionalmente uno strappo alla regola, concedendo per la prima volta di entrare nella loro splendida dimora: villa Massei a Massa Macinaia. Ex palazzina di caccia del XVI secolo, sulle colline ai piedi dei Monti Pisani che si affacciano sulle Apuane, è circondata da una tenuta di 21 ettari, di cui 2 occupati dal celebrato giardino e il resto da boschi di querce, pini e castagni, da oliveti, vigneti e frutteti e da altri edifici più piccoli, tra i quali la casa del pastore e la limonaia.
A casa. Cohen e Gervais ci vivono stabilmente dal 1982. Abitavano in California, in una dimora dove le finestre erano porte scorrevoli a tutto vetro sull'Oceano. Nel 1981 accettarono l'invito di un amico per una vacanza a Lucca, visitarono villa Massei e l'anno dopo l'acquistarono. Quando la videro per la prima volta Gil riuscì a pronunciare solo "Che disordine", mentre a Paul le persiane scolorite fecero venire in mente un mucchio di cavoli bruciati dal sole d'agosto e il tetto coperto di muschio gli sembrò il guscio incrostato di una vecchia tartaruga.
Ma c'erano anche le minuscole finestre con i vetri riquadrati, così affascinanti rispetto alle porte scorrevoli della California, e l'intonaco sgretolato era disegnato dalle lunghe ombre verticali di due cipressi di 300 anni. E tra l'erba ingiallita e cespugli di rovi si riconoscevano altre piante, la grotta, gli olivi, le vigne, il gigantesco albero della canfora. Insomma, l'incuria più totale in un posto meravigliosamente bello. «Era peggio di quello che ci si aspettava - racconta Cohen -, ma entrambi abbiamo avuto la stessa sensazione: ci sentivamo già a casa».
Dentro villa Massei. La dimora, su tre piani nella parte a valle e due in quella a monte, ha sedici stanze, tutte utilizzate da Cohen e Gervais.
«Nonostante le dimensioni - spiegano i proprietari - è una casa vivibile, intima, che si riscalda facilmente perché le stanze non sono enormi. E ci piace avere sempre gente intorno che ci aiuta a tenerla sempre viva».
Niente tv al primo piano, destinato alla zona giorno con l'ingresso, vari salotti, la sala da pranzo, la cucina con veranda e il portico a cinque archi. «La tv è soltanto nelle camere, al piano superiore - spiegano Cohen e Gervais -, secondo noi è una brutta abitudine vedere salotti con quell'apparecchio sempre acceso».
Al primo piano di villa Massei, invece, la convivialità è quasi sacra. «Ci sono otto luoghi diversi per sedersi a tavola - dicono i proprietari -. Nella sala da pranzo ci stanno fino a 12 persone, ma in giardino nella bella stagione abbiamo mangiato in 40 seduti e 120 in piedi».
Quando non ci sono amici, Cohen e Gervais pranzano in cucina o nella piccola veranda attigua, le stanze ammesse anche ai due gatti di famiglia, Ti e Olive, mezze siamesi, che nei lunghi giorni dell'inverno, in attesa di scorrazzare in giardino, amano aggomitolarsi dentro scatole di cartone.
Lo stile. «La monotonia delle case arredate dai designer di oggi - dicono i proprietari di villa Massei - può essere deprimente, ovunque si vada nel mondo sono tutte uguali. Abbiamo sempre desiderato, invece, che la nostra casa fosse una casa lucchese e crediamo che lo sia diventata». Quindi molto neoclassico, negli oggetti, nelle tende e nei colori delle pareti, per ricreare l'età dell'oro vissuta da Lucca nell'Ottocento e riproporre in qualche maniera il vecchio stile borghese europeo. Senza sontuosità, scegliendo spesso colori neutri e soft con l'unica concessione al rosso nella sala del caminetto e agli oggetti d'arredamento creati dallo stesso Gervais. «La mia sobrietà da yankee - spiega Paul - e l'innata riservatezza di Gil ci fanno prediligere la semplicità. Non ci piace avere troppi oggetti in vista e rifuggiamo da tessuti con disegni elaborati».
E per testimoniare questa loro filosofia di vita, Cohen e Gervais hanno pensato a un ingresso dall'impronta contemporanea: essenziale, dominato dai divani bianchi e da pareti grigio perla, non offre alcun indizio su come potrebbero essere le altre stanze, creando una sorta di barriera agli spazi più interni della casa «dove le complessità della vita - dice Gervais - sono risolte in inattese soluzioni».
Ambasciatori di Capannori. Lo scorso anno Cohen e Gervais hanno avuto simbolicamente in dono le chiavi della città di Capannori, diventando ambasciatori del comune in cui risiedono da quasi trent'anni. Il riconoscimento è stato dato anche ad altri 15 personaggi che hanno portato in alto nel mondo il nome di Capannori.
Un premio, dunque, alla fedeltà e al radicamento sul territorio dei due americani di Massa Macinaia. Lo testimonia anche l'apertura estiva del giardino di villa Massei che i proprietari organizzano annualmente con la Croce Verde di Massa Macinaia, cui destinano il ricavato della vendita dei biglietti. E a maggio dello scorso anno Cohen e Gervais hanno messo a disposizione il giardino per alcuni eventi della manifestazione Andare per verde.
Paul Gervais, tra l'altro, è stato il primo straniero a far parte dell'associazione ville e palazzi lucchesi. «Ma non frequentiamo la comunità di stranieri - confessano - perché ormai noi ci sentiamo di qui e preferiamo incontrare i nostri amici lucchesi». Una vita sociale attiva, la loro. «Sì, a parte le difficoltà iniziali per imparare una nuova lingua - concludono - ci siamo sempre trovati benissimo. Qualcuno dice che Lucca sia molto provinciale e arretrata, ma non è vero. I lucchesi sono educati e istruiti».
A casa. Cohen e Gervais ci vivono stabilmente dal 1982. Abitavano in California, in una dimora dove le finestre erano porte scorrevoli a tutto vetro sull'Oceano. Nel 1981 accettarono l'invito di un amico per una vacanza a Lucca, visitarono villa Massei e l'anno dopo l'acquistarono. Quando la videro per la prima volta Gil riuscì a pronunciare solo "Che disordine", mentre a Paul le persiane scolorite fecero venire in mente un mucchio di cavoli bruciati dal sole d'agosto e il tetto coperto di muschio gli sembrò il guscio incrostato di una vecchia tartaruga.
Ma c'erano anche le minuscole finestre con i vetri riquadrati, così affascinanti rispetto alle porte scorrevoli della California, e l'intonaco sgretolato era disegnato dalle lunghe ombre verticali di due cipressi di 300 anni. E tra l'erba ingiallita e cespugli di rovi si riconoscevano altre piante, la grotta, gli olivi, le vigne, il gigantesco albero della canfora. Insomma, l'incuria più totale in un posto meravigliosamente bello. «Era peggio di quello che ci si aspettava - racconta Cohen -, ma entrambi abbiamo avuto la stessa sensazione: ci sentivamo già a casa».
Dentro villa Massei. La dimora, su tre piani nella parte a valle e due in quella a monte, ha sedici stanze, tutte utilizzate da Cohen e Gervais.
«Nonostante le dimensioni - spiegano i proprietari - è una casa vivibile, intima, che si riscalda facilmente perché le stanze non sono enormi. E ci piace avere sempre gente intorno che ci aiuta a tenerla sempre viva».
Niente tv al primo piano, destinato alla zona giorno con l'ingresso, vari salotti, la sala da pranzo, la cucina con veranda e il portico a cinque archi. «La tv è soltanto nelle camere, al piano superiore - spiegano Cohen e Gervais -, secondo noi è una brutta abitudine vedere salotti con quell'apparecchio sempre acceso».
Al primo piano di villa Massei, invece, la convivialità è quasi sacra. «Ci sono otto luoghi diversi per sedersi a tavola - dicono i proprietari -. Nella sala da pranzo ci stanno fino a 12 persone, ma in giardino nella bella stagione abbiamo mangiato in 40 seduti e 120 in piedi».
Quando non ci sono amici, Cohen e Gervais pranzano in cucina o nella piccola veranda attigua, le stanze ammesse anche ai due gatti di famiglia, Ti e Olive, mezze siamesi, che nei lunghi giorni dell'inverno, in attesa di scorrazzare in giardino, amano aggomitolarsi dentro scatole di cartone.
Lo stile. «La monotonia delle case arredate dai designer di oggi - dicono i proprietari di villa Massei - può essere deprimente, ovunque si vada nel mondo sono tutte uguali. Abbiamo sempre desiderato, invece, che la nostra casa fosse una casa lucchese e crediamo che lo sia diventata». Quindi molto neoclassico, negli oggetti, nelle tende e nei colori delle pareti, per ricreare l'età dell'oro vissuta da Lucca nell'Ottocento e riproporre in qualche maniera il vecchio stile borghese europeo. Senza sontuosità, scegliendo spesso colori neutri e soft con l'unica concessione al rosso nella sala del caminetto e agli oggetti d'arredamento creati dallo stesso Gervais. «La mia sobrietà da yankee - spiega Paul - e l'innata riservatezza di Gil ci fanno prediligere la semplicità. Non ci piace avere troppi oggetti in vista e rifuggiamo da tessuti con disegni elaborati».
E per testimoniare questa loro filosofia di vita, Cohen e Gervais hanno pensato a un ingresso dall'impronta contemporanea: essenziale, dominato dai divani bianchi e da pareti grigio perla, non offre alcun indizio su come potrebbero essere le altre stanze, creando una sorta di barriera agli spazi più interni della casa «dove le complessità della vita - dice Gervais - sono risolte in inattese soluzioni».
Ambasciatori di Capannori. Lo scorso anno Cohen e Gervais hanno avuto simbolicamente in dono le chiavi della città di Capannori, diventando ambasciatori del comune in cui risiedono da quasi trent'anni. Il riconoscimento è stato dato anche ad altri 15 personaggi che hanno portato in alto nel mondo il nome di Capannori.
Un premio, dunque, alla fedeltà e al radicamento sul territorio dei due americani di Massa Macinaia. Lo testimonia anche l'apertura estiva del giardino di villa Massei che i proprietari organizzano annualmente con la Croce Verde di Massa Macinaia, cui destinano il ricavato della vendita dei biglietti. E a maggio dello scorso anno Cohen e Gervais hanno messo a disposizione il giardino per alcuni eventi della manifestazione Andare per verde.
Paul Gervais, tra l'altro, è stato il primo straniero a far parte dell'associazione ville e palazzi lucchesi. «Ma non frequentiamo la comunità di stranieri - confessano - perché ormai noi ci sentiamo di qui e preferiamo incontrare i nostri amici lucchesi». Una vita sociale attiva, la loro. «Sì, a parte le difficoltà iniziali per imparare una nuova lingua - concludono - ci siamo sempre trovati benissimo. Qualcuno dice che Lucca sia molto provinciale e arretrata, ma non è vero. I lucchesi sono educati e istruiti».