L’allarme
Botta e risposta Esciua-Borghini: «Non ho mai detto sì al Livorno»
Mercato: per Valentini c’è da risolvere una questione burocratica, ma l’agente apre
Livorno «Un giocatore del suo livello lo ritroveremo di sicuro, un uomo che si comporta in questo modo spero di non trovarlo più nel mio cammino sportivo. Ha fatto saltare un accordo pronto da 15 giorni mettendo in difficoltà la squadra della sua città». Dopo aver scoperto il passaggio di Diego Borghini al Benevento, il presidente Joel Esciua ha commentato così al nostro giornale quella che sembrava una trattativa chiusa con il Livorno e che invece ha avuto tutt’altro risvolto. La replica a ciò che è venuto fuori ieri, il difensore livornese classe 1997 l’ha affidata al Tirreno. «Mi dispiace che si sia creata questa situazione, ma la verità è una - esordisce l’ormai ex giocatore dell’Albinoleffe -. Io da anni avevo Andrea Bagnoli come agente Fifa, poi alla fine di questa stagione sono stato chiaro con lui che avrei ascoltato anche altri procuratori che mi avrebbero portato altre offerte e avrei scelto quella che reputavo la migliore per mille dettagli. Ho 28 anni, mi sono appena sposato e se volevo fare un passo in avanti questo era il momento giusto di farlo. Non ho mai detto di sì al Livorno».
Proprio sull’accordo con la società amaranto verte tanto della questione. «Personalmente non ho mai detto di sì al Livorno anche perché non ho mai avuto la proposta nero su bianco. Se Bagnoli ha detto altro alla società non lo so. Sarei dovuto venire ieri mattina a parlare con il club proprio per cercare di arrivare alla cifra che chiedevo e a cui non si era mai arrivati. Allo stesso tempo, però, tramite un altro agente la sera prima ho ricevuto una proposta importantissima da Benevento. Una squadra che lotta per vincere il campionato e che economicamente mi ha offerto il doppio dei soldi rispetto all’unica proposta che per messaggio mi è arrivata da Livorno. Avevo due ore per decidere».
Borghini in questi giorni si è sposato con la moglie che abita a Bergamo, una questione, quella logistica, di cui si è parlato in relazione alla trattativa. «Mi sarebbe piaciuto venire a Livorno e vestire la maglia della mia città. Se si guarda il discorso logistico lo avrei fatto volentieri anche perché, guardando a Bergamo, sarebbe stato più comodo rispetto a Benevento. Quella in giallorosso però, con una squadra a vincere e doppio dei soldi, per me è un’occasione a livello di carriera che a 28 anni non potevo rifiutare. Mi dispiace vengano mandati certi messaggi ai miei genitori o si scrivano certe cose nei miei confronti. Ho voluto solo chiarire come sono andate le cose».
Diversa invece la situazione che porta a Nahuel Valentini. Il centrale di origini argentine che ha già vestito la maglia del Livorno nel 2013/14 in Serie A, ha l’accordo con il ds Doga, ma non è ancora salito il ritiro. A bloccare la firma c’è un dettaglio, non da poco a quanto pare, a livello burocratico. Una tabella diversa sulla lordizzazione dello stipendio netto che lascia in stand by la questione. «Noi siamo pronti a venire a Livorno - spiega l’agente del giocatore Giorgio Parretti che in amaranto portò anche Belingheri -. Il giocatore vuole solo questa piazza ma c’è questo scoglio da superare. La società prende in considerazione, a livello di tassazione, la semestralità, ma il giocatore poi paga le tasse sull’anno solare. Non è che il Livorno propone una cosa scorretta o illegale, ma non valuta una parte. E io devo tutelare gli interessi del mio assistito che così perderebbe dei soldi. Non è che il Livorno deve scendere alle nostre condizioni, semmai a quelle dettate dall’Aic e che tutto il mondo del calcio segue. Con quelle stesse tabelle ieri ho fatto un contratto all’Inter. Chiarisco: non c’è nessuna vena polemica da parte mia, solo la cronaca di quella che è la situazione. Con il Livorno c’è accordo su tutto il resto. Se vogliono il giocatore e sistemano questo dettaglio fiscale, Valentini sarà amaranto al 110%».
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