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Seravezza-Livorno, niente tifosi amaranto. Esciua tuona: «Una disfatta per il calcio»
Il Livorno scende in campo col Seravezza, ma senza tifosi. La rabbia del presidente: «Speriamo di essere più tutelati in C»
LIVORNO. Il presidente del Livorno Joel Esciua non ci sta. Il no alla trasferta arrivato dalla prefettura di Lucca, nonostante l’anticipo della partita della sua squadra col Servezza alle 20,30 di questa sera (sabato 29 marzo), è stata una coltellata in pieno petto. «Neanche nei romanzi di Kakfa si arriva a tanto - spiega il presidente mettendoci la faccia, con tutto il suo staff dirigenziale intorno -. La mia tifoseria è penalizzata a oltranza, in maniera ingiusta. Abbiamo fatto di tutto per poter giocare davanti alla nostra gente: qui è questione di incapacità e parzialità. Con un calendario noto da sette mesi, si aspettano le ultime 72 ore a fare comunicazioni simili, rendendo impossibile anche trovare soluzioni alternative? Il Seravezza, con cui abbiamo dialogato attivamente avrebbe accettato anche di individuare un campo “neutro”, in modo da non subire oltre al danno la beffa. Si è tentato di percorrere ogni strada: questa è una grande disfatta per il sistema calcio a Livorno, in Toscana e in Italia. Quello che abbiamo vissuto nelle ultime 24 ore mi offende, non pensavo che fosse possibile nel 2025. Quanto accaduto è una farsa, anche perché il problema non è mai stato relativo ai tifosi amaranto. In quello stesso stadio dove domani (oggi, ndr) non potranno entrare i residenti nella provincia di Livorno, in occasione della gara contro la Fezzanese c’erano 800 cuori amaranto, in una gara che non fece registrare alcun problema di ordine pubblico, nonostante qualche chilometro più in là si giocasse Massese-Pls. La vice prefetta ha parlato di incolumità da garantire: dunque, in quella circostanza furono messi in pericolo i nostri tifosi?».
Esciua misura le parole, ma le usa come fendenti. «Siamo penalizzati ad oltranza, ha ragione il sindaco Salvetti. Io sono certo che i nostri tifosi faranno comunque sentire la propria vicinanza alla squadra: a loro, però, dico di non cadere in provocazioni o tranelli. Mi auguro non ci siano incidenti e che, in Serie C, si possa essere più tutelati».
Luca Mazzoni, club manager, aggiunge di più: «I ragazzi sono dispiaciuti di non poter contare sulla spinta della gente, sanno di doversi far perdonare qualcosa dopo gli ultimi due inciampi: questa gara sarebbe stata l’occasione giusta. Forse, i livornesi danno noia a qualcuno che la pensa in maniera diversa. La nostra questura si è mossa per cercare di dare un contributo, ma niente si è potuto».
A intervenire è anche il sindaco di Livorno Luca Salvetti: «Il sistema calcio che si trova obbligato a negare la presenza negli stadio dei tifosi è perdente. Relativamente ai tifosi livornesi, sono convinto che siano già stati troppo penalizzati, per altro in maniera esagerata rispetto a criticità che vediamo molto più preoccupanti in altre piazze calcistiche. Ho stentato a convincermi dei motivi del vietare la trasferta nella gara inizialmente fissata per domenica (domani, ndr), non ho capito e accettato la conferma del no anche con la gara anticipata al sabato (oggi, ndr). Pensate se fosse già stata una partita che poteva dare la matematica certezza della promozione: i tifosi sarebbero stati privati della possibilità di condividere la gioia più bella del calcio allo stadio con la squadra per la conquista del campionato. Ma anche così, con una sfida al vertice che vale tantissimo, il no che arriva dalle autorità di Lucca ai tifosi amaranto è pesantissimo e ingiusto».
E dire, che dopo il primo messaggio postato dal Seravezza, in cui si comunicava l’anticipo della partita a stasera, c’è stato chi ha sperato nel dietro front. Non il Livorno, che fin da subito, nell’informare la propria tifoseria ha predicato calma, spiegando di voler vedere le carte. Quello che conta, adesso, è provare ad essere più forti della burocrazia: dopo aver gridato tutto il proprio dissenso, gli amaranto, adesso, hanno solo bisogno di vincere. Di riavvolgere il nastro delle emozioni, regalandone altre, persino .