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Farneti dopo l'eliminazione della Pielle: «Mancati i giocatori da playoff. La Serie A? Ci riproveremo»

di Federico Lazzotti
Farneti dopo l'eliminazione della Pielle: «Mancati i giocatori da playoff. La Serie A? Ci riproveremo»

Il bilancio del presidente biancoblù: «La svolta negativa sul più nove in gara-4. Cardani? Ha un contratto di tre anni. Avellino voleva vincere più di noi, quello che non mi va giù è la sconfitta nel derby di ritorno»

30 maggio 2024
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Livorno Francesco Farneti immaginava un regalo diverso per festeggiare il cinquantesimo compleanno. Ma nonostante l’eliminazione in gara cinque e la fine del sogno promozione dopo una stagione da incorniciare, il presidente della Pielle a 24 ore dalla sconfitta più amara, ha la lucidità di analizzare il ko e la forza di promettere ai tifosi che questo «è un punto di partenza» e il prossimo anno «proveremo di nuovo ad andare in serie A».

Presidente torniamo a mercoledì sera, un brutto compleanno?

«Dipende dai punti di vista. Prendo come regalo il palazzetto pieno e bellissimo, coronamento di una stagione importante e indimenticabile: Supercoppa, le sedici vittorie di fila e il primato in regular season. Tutto questa passione è la dimostrazione che abbiamo lavorato bene. Questa è la nostra ricchezza. Per quello che riguarda l’aspetto sportivo resta la delusione perché l’appetito vien mangiando. Ma le partite si vincono e si perdono».

Inutile girarci intorno, la Pielle era favorita. L’impressione è che alcuni giocatori avessero più paura di perdere che voglia di vincere. È d’accordo?

«Avellino ha meritato perché ha voluto la finale più di noi. Più che aver avuto noi paura di vincere. Detto questo, i nostri avversari sono costati molto e sono stati costruiti per fare il salto di categoria. Infatti nel girone di ritorno ne hanno perse poche di partite. Poi nei playoff hanno dimostrato di avere giocatori pronti per certe sfide, mentre a noi quei giocatori sono mancati».

Quando ha capito che la serie, nonostante il 2-0 iniziale, poteva finire con l’eliminazione?

«Alla seconda partita in Campania. Sul più nove c’è stata la reazione di Avellino che da quel momento in poi ci ha mentalmente dominato. Lì ho avuto la percezione che gara 5 sarebbe stata molto dura. Infatti mercoledì non c’è stata mai la sensazione di poterla portare a casa. Sulle palle sporche loro ci si buttavano in tre con maggiore foga dimostrando di crederci di più. Poi mettiamoci il 2/2 da tre di Nikolic che non lo fa mai...».

Qualcuno pagherà per questo finale di stagione? Detto in altri termini: Cardani resta?

«Cardani ha un contratto di tre anni. Chiaramente è legato ai risultati, ma per un patto nostro. Per noi è confermatissimo. Le nostre aspettative sono state rispettate in pieno. La società adesso deve intervenire per mettere Cardani nelle condizioni di lavorare al meglio. Quest’ anno ci è servito per capire tante cose. La serie B è una categoria, per certi versi, un po’ sporca. Ora l’obiettivo è intervenire per riprovare il salto il prossimo anno. A inizio stagione l’obiettivo era fare meglio del campionato precedente e così è stato. Poi è ovvio che quando sei in testa provi a fare il meglio, ma evidentemente non era l’anno giusto. Ripeto: Avellino ci ha battuto meritatamente».

Da dove si riparte?

«Non certo dalle ultime partite. Una di queste è stato senza dubbio il derby di ritorno perso in quel modo».

E stato un segale di debolezza?

«Secondo me sì».

Un segnale che mancava qualcosa?

«Per essere una grande squadra sì. Io non l’ho ancora digerita quella sconfitta per come è andata. Non ci si può mettere un pietra sopra».

Ha parlato alla squadra?

«Ci siamo presi un giorno di pausa. Ma lo farò».

Un giocatore da cui ripartire?

«In testa ce l’ho, ma prima ne parlo con Marco (Cardani ndr) e Gianluca (Petronio)».

Un bilancio della stagione?

«Se vi ricordate da dove siamo partiti abbiamo fatto un miracolo sportivo: a maggio scorso la situazione era difficile. Da quel momento abbiamo tracciato un solco, sia a livello sportivo che societario, che ci ha fatto raggiungere traguardi impensabili. Siamo l’unica squadra di tutta la serie B che chiuderà l’anno in attivo partendo da un passivo incredibile. Questo vuole dire che la stagione è stato un successo».

Resta però l’amaro in bocca per come è finita.

«Mettiamola così: c’era venuto la voglia di andare in serie A per come era andato il campionato. A caldo è ovvio che viene in mente la delusione, ma a mente fredda pensiamo a quello che abbiamo costruito. È stato un anno importante che ci ha permesso di crescere in tante cose».

Ai tifosi cosa dice, invece?

«Che ripartiamo dalla loro passione come un anno fa siamo ripartiti dalla sciarpata di Mestre. Consiglio a tutti di non farsi annebbiare la vista dal risultato, perché dietro c’è una società che ha preso un grandissima forza e consapevolezza nelle proprie possibilità. Ecco perché non è stato un anno da buttare».

Ultima cosa: Costa resta?

«Certo, è venuto per portarci in Serie A». l

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