La guida
È sempre il Livorno di Lucarelli
Da Cristiano a Mattia, dopo 4521 giorni torna la stessa firma su un gol degli amaranto. Il Seravezza resiste un tempo, Belli la chiude: e la squadra piace sempre di più
LIVORNO. La gioia ha gli occhi e il cuore di Mattia. Un cognome bello e pesante, il tatuaggio del Fides sul braccio. La gioia ha gli occhi e il cuore di Mattia. Un amore trasmesso dal padre che questa maglia l’ha difesa e protetta come un figlio. La gioia ha gli occhi e il cuore di Mattia. Che corre come Jacobs sotto la Curva Nord con le lacrime per l’emozione. Non c’è niente da fare, quando il marchio è “Lucarelli” finisci sempre dentro un vortice di emozioni che vanno oltre il calcio.
Quel gol di ML16 ha spaccato in due una partita diventata complicata come il cubo di Rubik e ha lanciato il Livorno verso la terza vittoria su quattro incontri. Il 2-0 al 42’ di Belli ci ha impedito di soffrire fino all’ultimo e ha avuto il sapore della liberazione perché il Seravezza si era buttato avanti con grande generosità.
CORSA E GAMBA
Ha meritato il Livorno. Per l’approccio, per la pazienza, per la capacità di cambiare in corsa e per il coraggio.
Questo 2-0 è figlio di una squadra che ha corsa, che ha gamba, fatta di giocatori che non sono fenomeni ma lottano. Lottano come piace a noi. “Questa è una squadra nel senso vero della parola” ha detto a fine partita Vangioni, tecnico del Seravezza. Esatto, oggi il Livorno è una squadra, oggi il Livorno ha un filo logico, anche nella ricerca sempre del gioco, ed è una caratteristica che spicca dopo una stagione in cui spesso il gioco era meno di un optional. Oggi andare a vedere il Livorno è un piacere e questa squadra ha tutto per entrare nel cuore della sua gente.
L’INFORTUNIO DI LUCI
A livello tattico non è stata la partita preparata. Perché l’infortunio dopo neanche 20 minuti di capitan Luci, ha costretto Collacchioni a prendere la matita rossa per ridisegnare il Livorno. Da una sorta di 3-4-1-2 (con Belli) dietro a Neri e Rodriguez) siamo passati al 3-4-3 con Lo Faso dentro e Belli abbassato, ma il vortice era appena iniziato perché Collacchioni è passato a 4, poi è tornato a 3, subito dopo il gol è passato al 4-3-3 e poi ancora al 4-4-2.
Detti così sembrano numeri anche piuttosto noiosi, ma sono lo specchio di un Livorno che ha voluto e saputo cambiare pelle. Ce ne sarà bisogno perché le squadre monocordi sono destinate a diventare scontate.
A proposito di Luci. Si è fatto male sulla solita caviglia malandata (che lo ha costretto a restare ferm a lungo) ricadendo addosso a Karkalis. Ha provato a resistere ma non ce l’ha fatta e ieri sera è uscito dallo stadio zoppicando. Non è una buona notizia perché il Livoro ha bisogno di Luci. Domani ci saranno degli esami. Incrociamo le dita.
I GOL
Primo tempo e Livorno subito padrone ma a fronte di diverse buone occasioni (Lucarelli, Neri, Pecchia, due volte Rodriguez) la più clamorosa capita sui piedi di Benedetti in pieno recupero e qui c’è da ringraziare Fogli che con un gran colpo di reni alza la palla sopra la traversa.
Ripresa e Livorno in vantaggio al 14’: azione di ripartenza, Lo Faso vede Lucarelli sulla sinistra, la palla rimbalza e Mattia spara un siluro che spacca la porta e fa impazzire lo stadio. Il Seravezza non molla, anzi, guadagna metri e si fa pericoloso: l’1-1 arriva anche (autrete di Cretella) ma c’è una spizzata in fuorigioco. Poi il 2-0 di Belli dopo l’ennesima grande giocata di Francesco Neri. E ora sì che si può davvero ballare sotto la pioggia.