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«Che orgoglio essere rimasto. Con Collacchioni cambia tutto»

Alessandro Lazerini
«Che orgoglio essere rimasto. Con Collacchioni cambia tutto»

La gioia di Matteo Frati che svela: «Angelini? Non sapeva più cosa fare...»

21 luglio 2022
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LIVORNO. Il corner da destra di Torromino, la palla che spiove al centro dell’area di rigore e trova la testa di Matteo Frati che colpisce girando la sfera sul secondo palo. Il portiere del Pomezia è battuto e se la palla entrasse il Livorno sarebbe in Serie D. E invece no, la traversa nega il passaggio di categoria agli amaranto e la gioia del gol al fantasista labronico che era pronto a diventare l’eroe della sua gente.
«È un ricordo che avrò per tutta la vita – commenta il numero 18 del Livorno – Sarebbe bastato colpirla leggermente meno bene per mandarla dentro. Non riesco a togliermi dalla testa quel momento, non mi è ancora passato, ma purtroppo non si può tornare indietro. Ora dobbiamo pensare a centrare l’obiettivo nel prossimo campionato».
Rimanendo un attimo sulla stagione appena trascorsa. Cosa è mancato secondo lei al Livorno?
«Ci ho pensato tanto, ma non sono riuscito a trovare una risposta precisa. Abbiamo vinto il campionato con 10 punti di vantaggio, dimostrando quindi di essere superiori, ma una volta arrivati alla poule promozione sono venute fuori lacune che la squadra non pensava nemmeno di avere. Non siamo stati bravi a reagire e a sopperire a queste mancanze. Ma per il resto è mancato veramente solo il risultato, perché vi posso assicurare che tutti hanno sempre dato il massimo».
Cosa può avervi insegnato questo campionato di Eccellenza?
«Che ci si chiama Livorno, ma alla fine in campo si gioca undici contro undici e non è che partiamo avanti 2-0 per il nome che portiamo. Anzi, le squadre avversarie danno il 200% contro di noi e l’ultimo campionato ci deve insegnare che non si può sottovalutare nessuno».
Tra le delusioni più grandi della stagioni ci sono stati i due allenatori. Lei che rapporto ha avuto con loro?
«Buglio all’infuori di tre o quattro giocatori era molto chiuso e non aveva un grande rapporto di confidenza con il resto dello spogliatoio. Con Angelini invece eravamo partiti bene, ma alle prime difficoltà non è riuscito a venirne fuori. Ad un certo punto non sapeva più nemmeno lui cosa fare e non ci ha dato quel qualcosa in più che serviva».
Con Collacchioni invece ha parlato? Che idea si è fatto del nuovo mister?
«Ci siamo scambiati un paio di battute ad un allenamento della pre-preparazione, ma lo conosco poco sia calcisticamente che come persona. Me ne hanno parlato tutti bene e questo è un aspetto importante. È un tecnico giovane e sicuramente sarà più facile avere rapporto con lui».
Come ha preso la notizia della riconferma?
«Era quello che volevo fin dalla fine della partita di Pomezia. Quando mi ha chiamato il presidente Toccafondi per dirmi che avrebbero voluto tenermi non ci ho pensato due volte, avrei fatto di tutto per rimanere. Questo rinnovo vuol dire che qualcosa sono riuscito a lasciare nella stagione scorsa».
Dopo un anno di esperienza, com’è quindi per un livornese giocare nel Livorno?
«Per chi come me è cresciuto andando allo stadio ed è così attaccato alla maglia è una sensazione indescrivibile. Nonostante tutto e un risultato che nessuno si augurava, mi ha regalato emozioni uniche. Ora però serve resettare e ripartire più carichi che mai».
Tra poco inizia il ritiro che vivrete in un limbo tra due categorie…
«Dovremo fare la preparazione a mille e pensare a lavorare al massimo. Il resto non deve essere di nostra competenza, ci penserà la società e gli organi preposti».
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