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Ferretti, certi amori non possono finire mai: «Risultato deludente, ma Livorno è parte di me»

Alessandro Lazzerini
Ferretti, certi amori non possono finire mai: «Risultato deludente, ma Livorno è parte di me»

«Il futuro? Non riesco a fare trattative, con la testa resto amaranto. Deluso da Angelini, non era il tecnico giusto. A Pomezia dovevo giocare»

08 luglio 2022
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LIVORNO. «In questi giorni mi stanno chiamando nuove squadre, ma non riesco a fare una trattativa. Il cuore è rimasto a Livorno, mentalmente non mi sento pronto». L’ammissione di Andrea Ferretti è un manifesto al concetto di appartenenza alla maglia. Quella maglia amaranto per cui il numero 9 ha dato l’anima in tutto il campionato. «Come persone difficilmente di attacco così ad una cosa, ma questa esperienza a Livorno è stata speciale. Mi sono messo totalmente a disposizione della causa e speravo di continuare questa storia».

Come l’ha presa la non riconferma?

«Male, perché non me l’aspettavo. So che quando non si raggiunge il risultato prefissato ci sta di fare dei cambiamenti, ma per quello che avevo fatto durante l’anno pensavo andasse in maniera diversa. Certo, i mesi post infortunio sono stati difficili, ma all’interno dello staff sapevamo che avevamo accorciato di tanto i tempi e che più di così non avrei potuto dare. Sono stato bene solo nelle ultime due gare, in generale però i numeri a livello realizzativo parlano chiaro».

Ora deve voltare pagina.

«Lo so, ma non sono pronto, lo ripeto. Avrei voluto scrivere un altro capitolo, ma non dipende da me. Spero sempre in un passo indietro e in una nuova chiamata. Magari in questi giorni qualcuno sbaglia numero e fa il mio (ride, ndr)».

E la società che motivazione le ha dato?

«Mi è stato detto che a livello strettamente personale avrei meritato la riconferma, ma è stata fatta una valutazione generale della costruzione di squadra. Fa parte del calcio, anche se è un boccone amaro da buttar giù». Reso più dolce, per quanto possibile, dall’amore dei tifosi che l’hanno invasa di messaggi.

«E’ stato un attestato di stima che mi ha certificato quello che ho lasciato come persona e come giocatore. Non nascondo che mi sono commosso più di una volta leggendo i post dei tifosi e sono rimasto colpito anche da alcune chiamate da parte di persone importanti per la città che mi hanno fatto estremamente piacere».

Nel suo post sui social ha scritto ‘scelte discutibili’ riferendosi a Pomezia: pensava di partire titolare?

«Sì, perché dopo il gol all’andata avevo una carica incredibile e una volta uscito dal Picchi sarei voluto saltare direttamente alla gara di ritorno. E’ stata una scelta che ho rispettato, ma non ho condiviso. Il mister nelle ultime settimane non ci ha dato una mano, è andato in confusione e per fare la formazione ascoltava troppe voci».

Non le è piaciuto Angelini...

«In carriera ho avuto allenatori migliore e peggiori, diciamo così. E’ una scelta che però per Livorno secondo me non è stata delle più corrette, serviva uno più carismatico. Poi certo noi giocatori dovevamo fare di più e nella settimana della gara con il Tau ci siamo tutti troppo concentrati su quanto successo ad Altopascio, invece di pensare alla gara della domenica».

Da Angelini a Collacchioni. Che ne pensa del nuovo tecnico?

«Non lo conosco bene, ma quando abbiamo giocato contro il San Miniato ci ha messo in difficoltà. Da avversario mi è sembrato un tecnico preparato e la sua giovane età gli permette di avere tutto il futuro davanti».

E' stato uno di quelli che un ambiente caldo come Livorno l’ha galvanizzata.

«Ero emozionato già prima di partire. Il giorno della firma prima di entrare dalla tribuna feci due volte il giro dello stadio. Nonostante il finale non sia stato quello auspicato per me è stata un’esperienza pazzesca. Per questo voglio ringraziare nuovamente tutti i tifosi amaranto.Mi mancano già. Li abbraccio tutti».

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