Il Tirreno

Livorno

Nole-Murray, quando Livorno era Wimbledon

di Riccardo Ferretti
Nole-Murray, quando Livorno era Wimbledon

Nel 2001 Djokovic e lo scozzese si affrontarono nella semifinale del torneo under 14: i ricordi del giudice arbitro

19 luglio 2012
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LIVORNO. C’erano una volta due ragazzini che compivano gli anni a maggio, uno il 15, l’altro il 22. Una settimana di vita li separava e un campo di righe bianche li univa: entrambi sognavano di diventare campioni di tennis. E ci sono riusciti. C’era una volta il 2001, a Livorno, e una semifinale in un giorno di maggio, con Andy Murray e Novak Djokovic che erano speranze con la racchetta in mano.

«Ogni volta che sul centrale del circolo di Banditella, a Livorno, si svolge una finale di un bel torneo di tennis, i miei ricordi vanno al bellissimo internazionale Under 14 organizzato per oltre venti anni dalla Cooperativa Tennis». Il racconto è di Giuliano Ferretti, giudice arbitro di fama nazionale, per oltre quindici anni assistente dei giudici arbitri internazionali che si sono succeduti nella direzione della manifestazione. Nonché mio padre. Uno che conosce il tennis come le sue tasche e che è stato uno dei testimoni privilegiati di quell’incontro, per certi versi storico, tra due ragazzini che poi sarebbero diventati autentici mostri sacri: Murray e Djokovic. «Cito per primo lo scozzese perché era la testa di serie numero uno del torneo. Murray, dopo aver battuto, tra gli altri, l'italiano Andrea Arnaboldi e il tedesco Matthias Bachinger, ora numero 115 del mondo, si trovò ad affrontare, in semifinale, la testa di serie numero 5, Novak Djokovic, allora undicesimo del ranking europeo. In un caldo e assolato pomeriggio di metà maggio, sulle tribune del campo centrale di Banditella, molti livornesi vennero ad assistere ad un incontro che si preannunciava particolarmente interessante per il valore già assodato dei due protagonisti. Si trattò, in effetti, di una vera esibizione di due mini-campioni, destinati nel futuro ad occupare i primissimi posti del ranking mondiale. L' incontro fu vinto da Djokovic (come, quasi sempre si è verificato "da grandi") per 62 62 ; ma nonostante il netto punteggio, il gioco fu veramente equilibrato e vario, con un Murray ricco di un miglior tocco e di maggiore fantasia, e un Djokovic già dotato di una notevole potenza e profondità di palla, nonostante un fisico ancora da sviluppare. Il serbo, nei turni precedenti, aveva battuto facilmente, tra gli altri, la testa di serie numero tre, e il nostro Fabio Fognini. La finale con il tedesco Thron, numero due del seeding, vincitore di Naso,Haase e Matteo Viola, fu l'incontro piu' lottato da Novak,57 75 64 lo score finale; match che mostrò oltre alle doti tecniche, anche le sue notevoli capacità caratteriali. Ma di Thron, dopo pochi anni di Futures, come capita spesso nel tennis, abbiamo perso qualsiasi traccia...».

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