Ciapini (Confesercenti Livorno): «Il porto è il motore economico della città. Darsena Europa? Decisiva per il futuro»
Il direttore provinciale analizza il ruolo strategico del porto, l’impatto delle crociere e la necessità di rafforzare il legame tra sviluppo portuale e commercio
LIVORNO. Per Livorno il porto non è solo un’infrastruttura logistica, ma un elemento identitario e una risorsa strategica per l’intera economia locale. Ne è convinto Alessandro Ciapini, direttore provinciale di Confesercenti, che analizza le prospettive di crescita del sistema portuale, il valore del turismo crocieristico e l’importanza della Darsena Europa come volano per le imprese e l’occupazione.
Pensate che il porto di Livorno rappresenti ancora il punto di riferimento per il commercio cittadino?
«Noi pensiamo che il porto di Livorno sia strategico per la nostra città e che rappresenti l’elemento fondamentale per lo sviluppo economico, soprattutto oggi che Livorno ha perso gran parte della sua vocazione industriale. È evidente che la città non può vivere soltanto di commercio e turismo. Anche negli incontri avuti con i candidati alla Regione Toscana abbiamo posto come asset prioritario lo sviluppo della Darsena Europa. È una catena: se si sviluppa il porto, si sviluppano parallelamente l’occupazione e i traffici, e di conseguenza cresce l’economia complessiva. Il porto è, e deve restare, il traino principale della città».
Le crociere hanno un impatto positivo sulle attività? Qual è il ruolo del turismo crocieristico per i commercianti livornesi?
«Le crociere hanno un impatto significativo su Livorno. È vero che molti crocieristi spendono già a bordo delle cosiddette “love boat”, ma la loro presenza in città genera comunque un importante movimento economico, soprattutto nel centro storico. È stimato che circa il 30% dei passeggeri scelga di rimanere a Livorno durante lo scalo. Ce ne siamo accorti in modo evidente durante il periodo del Covid, quando le crociere vennero sospese e si percepì immediatamente quanto fossero fondamentali per l’indotto economico. I crocieristi portano beneficio in particolare alle zone centrali — Venezia, Piazza Grande, Piazza Cavallotti — mentre raramente si spingono fuori dal perimetro urbano, anche perché hanno tempi limitati a disposizione».
Come giudicate i progetti legati alla Darsena Europa e al potenziamento delle infrastrutture portuali? Confesercenti vede in questi investimenti un’opportunità o teme che restino lontani dall’economia reale delle PMI?
«Il progetto Darsena Europa è fondamentale non solo per Livorno ma per l’intera provincia. Non si tratta semplicemente di ampliare il porto, ma di ridefinire il ruolo della città e di tutta la costa toscana nel sistema logistico nazionale ed europeo. Auspichiamo che la nuova giunta regionale consideri le infrastrutture come un fattore chiave per la competitività del territorio. Dove si crea economia e ricchezza, nascono benefici per l’intera comunità: se cresce il porto, cresce anche la piccola bottega di quartiere».
Quali dovrebbero essere le prospettive future del porto di Livorno entro dieci anni, in relazione a turismo e commercio cittadino?
«Il porto di Livorno deve essere un porto “aperto”. In passato sembrava esserci un muro di separazione tra porto e città, quasi un confine invisibile che li teneva distanti. Oggi questa visione sta cambiando: il porto viene percepito sempre più come parte integrante della città e della sua economia. Livorno non può vivere soltanto di commercio e turismo, ma deve saper inserire il porto tra gli elementi strategici e identitari del proprio sviluppo».
