Il Tirreno

Livorno

L'appello

Tragedia dei migranti a Livorno, lo zio di un ragazzo scomparso: «Aiutateci, potrebbe essere mio nipote»

di Stefano Taglione
Il porto tunisino di Radès (foto Wikipedia / Citizen59)
Il porto tunisino di Radès (foto Wikipedia / Citizen59)

Il familiare: «Era partito mercoledì 29 ottobre da Radès su un mercantile per Livorno, da allora non abbiamo più sue notizie ed era con un amico»

2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Mio nipote è partito da cinque giorni (sei per chi legge ndr) su un mercantile da Radès per Livorno. Da allora non abbiamo più sue notizie, è tunisino ed era con un amico».

Lo zio di un ragazzo che potrebbe essere uno dei due ventenni ritrovati morti il 4 novembre nello specchio acqueo del porto labronico è partito dal Belgio, dove vive, nella speranza che quel corpo non sia del suo amato parente. Ad avvertirlo, dal Paese d’origine, sono stati i genitori, che hanno dato l’allarme non riuscendo più a comunicare con il figlio. Sapevano che la sua destinazione era Livorno e i tempi sembrano collimare. Le coincidenze, purtroppo, farebbero quindi pensare al peggio. Lo zio si è messo in contatto con l’avvocata livornese Erika Vivaldi, attiva nel settore della migrazione, e il cui nominativo, probabilmente proprio per questo motivo, ha trovato su Internet. Sono ore drammatiche per i parenti del ragazzo dopo la notizia del recupero dei due corpi, che hanno appreso dal sito web del Tirreno.

Nel frattempo sono arrivate altre segnalazioni da persone che cercavano altri parenti dispersi. Una in particolare è stata già esclusa: riguardava un ragazzo scomparso dal Paese africano, le cui descrizioni però non coincidono con quelle dei cadaveri dei due ragazzi trovati ieri fra la Darsena Pisa e la Torre del Marzocco.

Il lavoro della polizia scientifica è solo all’inizio: al netto dell’eventuale esito positivo del riconoscimento, attraverso le impronte digitali (se sarà possibile isolarle) cercheranno di dare un’identità ai due corpi, incrociando i dati raccolti con quelli contenuti nei database degli ingressi in Europa. Se uno dei giovani dovesse essere già stato identificato alla frontiera, infatti, risulterà in banca dati, viceversa no. Nei prossimi giorni arriveranno le prime risposte.
 

Primo piano
Il caso

Firenze, scuola in agitazione: “sciopero” dei bambini contro il compagno aggressivo. I genitori: «La preside ci lascia soli»

di Redazione Firenze
La classifica