Lavori post-alluvione a Livorno, i Tre Ponti verso i test da sforzo
Iniziato il conto alla rovescia per le prove di trazione e compressione. La lavorazione delle imponenti colonne in cemento armato in oggetto è terminata
LIVORNO. Martedí 9 settembre, già a tarda mattinata, la trivella giunta da Battipaglia, dove nel frattempo era stata dirottata per altre opere, era di nuovo in cantiere per fare il suo dovere. Perforare fino ad oltre 40 metri di profondità per passare alla fase immediatamente successiva, quella della realizzazione dei due mega pali che mancavano fra i 16 previsti (otto per ciascuna sponda), che fanno parte della struttura deputata a sostenere il nuovo Tre Ponti.
La lavorazione delle imponenti colonne in cemento armato in oggetto è terminata ed è iniziato adesso il conto alla rovescia per individuare la data in cui saranno effettuati i test da sforzo: prove di trazione e compressione saranno fatte su questi due pali, non prima di 28 giorni dalla loro ultimazione, il tempo ritenuto cioè idoneo per la maturazione del cemento armato. Un’operazione che deve essere programmata quando il materiale sarà completamente asciutto. In questi giorni si procederà anche alla realizzazione dei 100 micro-pali con anima in acciaio progettati, e che verranno “affondati” a una profondità che varia dai sei ai nove metri. Ne verranno collocati 26 sul lato Rotonda e 74 sul lato Antignano. Poi, arriverà il turno del palancolato che permetterà di issare i due plinti per far prendere forma alle spalle, punto di appoggio per il manufatto in acciaio corten.
I lavori hanno subìto un grande ritardo, ma con l’operazione della Regione (che ha liberato anche altri 300 mila euro fermi), ha visto finalmente una ripresa che prometteva invece di essere complicata. Con possibili ricorsi, contestazioni e blocco del cantiere per chissà quanti anni. Sembra invece, stando alle ultime rassicurazioni dello stesso Salvatore Pagano del Consorzio Stabile Grandi Opere, che le lavorazioni in cemento armato dovrebbero arrivare al termine entro fine ottobre. Opera importante questa, del valore di oltre sette milioni e che era giunta a un punto di stallo, superato con la delibera di giunta di metà luglio, con cui la Regione ha intercettato risorse per quasi 1,3 milioni di euro, bypassando il pantano del decreto aiuti. Si tratta in sostanza di pareggiare il costo lavori del bando con l’adeguamento dei prezzi da ricalcolare in base agli aumenti dei materiali successivi alla gara.
Come Il Tirreno ha già scritto, questa somma fortunatamente arrivata è pari a una quota non sostenuta direttamente nel quadro economico di tutte le lavorazioni, il cui totale ammonta a 2,7 milioni e per il quale c’era copertura finanziaria solo per 1,5, con il ristoro previsto a carico del ministero di competenza che però intanto ha dilatato i tempi di rimborso, mandando in crisi molte ditte appaltatrici. Nel frattempo, il rischio è che i soldi arrivino anche a distanza di quasi un anno dal completamento dell’intervento, fino alla sua liquidazione.
Trascorso il periodo di ferie e arrivati i fondi da Firenze e non da Roma, anche la realizzazione del ponte, in Sicilia, è ripresa. Ferma da quando si era giunti più o meno a circa metà dei 55 metri di lunghezza e 22 di larghezza, la struttura ad unica campata potrebbe far capolino allo specchio antistante il suo alloggiamento definitivo attorno alla prima settimana di novembre. Siamo ampiamente sopra i 100 milioni dirottati nel corso di questi anni dalla Regione per la messa in sicurezza idraulica che riguardano opere partite a monte della città, quelle nei punti più urbanizzati, nel cuore di zone colpite duramente, fino ad arrivare a Quercianella. Un “modello Livorno” come tiene a dire Monia Monni, assessora regionale all’Ambiente. «Siamo intervenuti grazie a tante risorse messe a disposizione dai governi che si sono succeduti – conclude – . Cosa che non si è verificata, ad esempio, per l’alluvione nel fiorentino del novembre ‘23, dove sono arrivati solo i rimborsi dei lavori in somma urgenza. Per Livorno, al contrario, abbiamo potuto concepire un piano esteso, portandolo avanti con passo costante nel tempo e pur con qualche ritardo, realizzando opere che cambiano anche il volto della città».