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Sensori, bilancia wifi e smartphone, ecco la telemedicina: kit consegnati a Livorno. Come funziona
Curarsi a casa è la nuova frontiera: così i pazienti selezionati possono essere seguiti con controlli periodici
LIVORNO. Curarsi a casa è la nuova frontiera della medicina moderna: consente di fare visite di controllo periodiche o monitorare l’evoluzione del diabete stando comodamente seduti sul divano di casa, mentre si dialoga con lo specialista dall’altra parte dello schermo. E ora un centinaio di kit per la telemedicina – acquistati dalla Regione Toscana – sono stati consegnati ai pazienti livornesi dall’Asl Toscana nord ovest. Non solo ai malati cronici, ma anche a chi, ad esempio, è stato dimesso dall’ospedale e ha bisogno di essere seguito dal medico specialista o magari agli anziani che fanno più fatica a spostarsi
I dispositivi
In totale la Toscana ha acquistato un migliaio di kit destinati ai cittadini, un centinaio dei quali (con una maggiore e più evoluta dotazione rispetto a quelli consegnati a domicilio) sono oggi a disposizione delle case di comunità in modo che gli infermieri possano utilizzarli quando vanno nelle case dei pazienti. E il fulcro della telemedicina è un oggetto diventato ormai di uso comune: lo smartphone.
Come funziona
In pratica, la visita si fa attraverso il video di un telefono e i dati sono raccolti ogni giorno in tempo reale da un sensore con uno “scatolotto” che è meno ingombrante di un cellulare, capace di misurare battiti del cuore, saturazione, pressione e temperatura del corpo. Una bilancia wifi dialoga con il cellulare in dotazione e registra il peso. Un altro sensore, per di diabetici, può monitorare l’andamento degli zuccheri nel sangue. Tutti questi dati arrivano direttamente sulla consolle del medico, con un sistema di intelligenza artificiale che in automatico mette in evidenza e avverte se ci sono parametri che non vanno o trend negativi, consentendo in questo caso di intervenire subito e tutelare così la salute del paziente.
«In Toscana in questi anni, con un’accelerazione innescata anche dalla pandemia, abbiamo fatto molta strada sull’uso delle nuove tecnologie, sui percorsi digitali e sull’innovazione nella gestione e nell’accesso ai servizi digitali” – commenta l’assessore regionale al Diritto alla salute, Simone Bezzini – . Ora siamo però a un punto di svolta importante e da sperimentazioni e iniziative di avanguardia sviluppate singolarmente o settorialmente passiamo ad una dimensione sistemica che dovrà coinvolgere l’intero territorio».
I dati
Nel 2024 – secondo i dati della Regione Toscana – sono state più di 90mila le televisite, a cui si aggiungono oltre 31mila teleconsulti effettuati ogni anno e 67mila misurazioni a distanza di elettrocardiogrammi che arrivano in ospedale direttamente dalle ambulanze del 118. Da giugno 2020 le televisite sono state più di 535mila.
La nuova piattaforma digitale
L’ultimo passaggio di questa rivoluzione tecnologica è rappresentata dalla nuova piattaforma digitale regionale che si integra con il Cup (Centro unico di prenotazione), per gestire le prenotazioni delle prestazioni, con l’anagrafe degli operatori e con l’anagrafe dei cittadini, con il fascicolo sanitario elettronico o con il modulo per la gestione delle immagini radiologiche e anche con la cartella clinica elettronica unica. «Nella fase di costruzione dell’architettura i protagonisti sono stati gli ingegneri – evidenzia Bezzini ora lo dovranno essere medici e pazienti e il personale delle Asl impegnato nella definizione di nuovi modelli organizzativi. Ma la sfida nella sfida sarà abbattere anche il digital divide (il divario che c’è tra chi ha accesso adeguato internet e chi non ce l’ha per scelta o no, ndr), affinché le nuove tecnologie non creino elementi di disuguaglianza».
In particolare, in questa direzione sono stati investiti 34,5 milioni di euro, finanziati con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): 29,9 milioni sono stati destinati per realizzare l’infrastruttura vera e propria che renderà più facile il dialogo tra cittadini, medici dei reparti e strutture diverse, e 4,6 milioni per l’acquisto delle postazioni per medici ed operatori da installare negli ospedali o nei presidi sul territorio, operazione seguita da Estar, l’Ente tecnico di supporto tecnico-amministrativo della Regione.
Chi ne beneficia
Ma chi beneficerà della telemedicina? Come detto, soprattutto anziani e malati cronici perché rappresenta uno strumento in più per la prevenzione in persone a rischio, mentre nella diagnosi favorisce teleconsulti tra operatori lontani nello spazio e anche nella cura e riabilitazione, magari con l’aiuto di un caregiver se necessario o di un infermiere di famiglia o di comunità. Una diabetico, ad esempio, potrà essere monitorato a distanza in tutta tranquillità. Ma il vantaggio sarà anche per chi, dimesso dall’ospedale, ha bisogno di un monitoraggio attento, come nel caso specifico di chi ha avuto uno scompenso cardiaco.