Livorno, sfonda la porta dell’appartamento e massacra di botte la mamma
La donna presa a calci e pugni dal figlio alla Leccia è stata portata in ospedale con un'ambulanza della Svs. Indaga la polizia di Stato
LIVORNO. Si è presentato sotto casa della madre e poi al pianerottolo bussando a più non posso. Poi, dopo che lei senza neanche chiedere chi fosse ha aperto la porta, è entrato chiedendo di fare una doccia e, respinto, se ne è andato. Sembrava tutto finito, quando il ventiquattrenne è tornato con un grimaldello sfondando l’ingresso e picchiando la madre con calci e pugni, fino a che lei terrorizzata è riuscita a scappare rifugiandosi dalla vicina al piano superiore per chiamare i soccorsi.
Sono stati momenti di terrore quelli vissuti nel quartiere della Leccia attorno alle 8 di mercoledì 13 agosto da una donna livornese, portata d’urgenza al pronto soccorso da un’ambulanza della Svs dopo la telefonata al 112 e poi ascoltata dagli agenti della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca. Ai poliziotti la vittima ha raccontato che il figlio è in attesa dell’installazione del braccialetto elettronico per il controllo telematico degli spostamenti, evidentemente quindi disposto dal tribunale, che quindi al momento dell’agguato in casa non aveva ancora addosso.
All’arrivo degli agenti il giovane era già fuggito, mentre la mamma si trovava nell’abitazione della dirimpettaia, sotto choc e dolorante. Sarebbe stata colpita in varie parti del corpo, al punto che il personale sanitario del pronto soccorso ha dovuto prendersene cura a lungo per alleviare il dolore, non solo fisico, ovviamente, ma anche interiore per la situazione drammatica che si è venuta a creare. Umanità e tatto quella che hanno dovuto infondere medici, infermieri e operatori socio-sanitari del reparto di emergenza-urgenza di viale Vittorio Alfieri, che ha svolto un ottimo lavoro. I poliziotti per cercare di ricostruire nel dettaglio l’accaduto hanno poi ascoltato la vittima una volta giunta in ospedale e la vicina di casa, che però avrebbe assistito solo alle fasi finali dell’aggressione, vedendo quindi solo la donna scappare verso il suo appartamento chiedendo aiuto. Del caso, appena sarà formalizzata la querela negli uffici di viale Boccaccio, si occuperanno i colleghi della Squadra mobile di via Fiume, coordinati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli.
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