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Non cede ai capricci del figlio e il video diventa virale: la livornese Rebecca Guarda star del web

di Francesca Suggi

	Un frame del video in cui Rebecca Guarda mangia il gelato; accanto lei con la famiglia
Un frame del video in cui Rebecca Guarda mangia il gelato; accanto lei con la famiglia

Da 8 anni vive a Auckland, in Nuova Zelanda. Il suo video postato su Tik Tok ha avuto 24 milioni di like: «Inaspettato dibattito mondiale sul fatto che non cedo ai capricci di Harper»

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LIVORNO. Selvaggia. Istintiva. Materna. Lei per il mondo Tik Tok è “Wildandmotherly”. Per quello reale, invece, è Rebecca Guarda la livornesissima mamma che dal 2017 vive in Nuova Zelanda, diventata virale, oltre 2 milioni di visualizzazioni e 24 milioni di likes, per un video postato di lei che mangia il gelato mentre suo figlio fa i capricci (aveva già mangiato il suo, di gelato), catturando un momento di vita genitoriale.

Tanti neozelandesi l’hanno già ribattezzata la “mamma dell’anno”, quella che resiste ai capricci del piccolo Harper di 4 anni («ha già ha imparato a dire ganzo e dé e boia») e continua a godersi il suo gelato. Anche The New Zealand Herald le ha dedicato spazio alla 32enne labronica cresciuta tra piazza Attias e poi Antignano durante gli anni del liceo Cecioni dove studiava lingue, la sua grande passione che coltiva, poi, all’Università Ca Foscari di Venezia, mediazione linguistica e culturale inglese-cinese. Le amicizie del basket sono quelle di adesso, quando torna con la famiglia dal mondo Down Under. Sono gli anni, per lei, del coach Luca Mori, la squadra del Base Livorno, gli allenamenti alle Lambruschini.

Dall’azienda dove lavora, a Auckland, si ritrova Tiktoker per caso. Con un video sulla “genitorialità” che ha fatto in pochi giorni il giro del mondo.

«Non sono una Tiktoker, ma essendo in maternità per la mia seconda bambina ho deciso di crearmi un hobby, narrare le nostre giornate qui a Auckland caotiche e divertenti, allo stesso tempo avendo passione di “Hypnobirthing “un giorno mi piacerebbe che la pagina si incentrasse solo su questo e che avessi le mie classi online. Cosi può diventare la mia business page. Potrebbe essere una seconda carriera: ho iniziato a studiare hypnobirthing che è una tecnica legata al rilassamento fisico e alla auto-ipnosi per riuscire a partorire rilassandosi e potenzialmente anche senza uso di farmaci. Il mio secondo parto è stato domiciliare senza farmaci con queste tecniche»

Quel gelato che non condivide col figlio, che già aveva mangiato il suo, ha creato un sacco di dibattito tra i genitori del mondo.

«Nel video virale sono io che dopo aver portato mio figlio dal dottore per il vaccino dei 4 anni mangiamo un gelato, lui ne sceglie uno al cioccolato e io scelgo un gelato a forma di mango che è famoso su Tiktok. Cerco di convincerlo a mangiare quello come mamma, ma lui insiste su quello al cioccolato. Lo mangia camminando verso la macchina, io apro il mio davanti all’obiettivo: mio figlio, come si vede nel video, vuole il mio di gelato ma io non glielo porgo, continuo a mangiare indisturbata mentre lui continua a strillare. Su internet un sacco di commenti di persone che dicono che sono “madre dell’anno” perché nonostante le “bizze” non glielo do altre persone condannano questo comportamento. Quindi la dualità nelle risposte a creato un enorme polverone mediatico».

Da Livorno alla Cina, per finire nel 2017 in New Zealand.

«Avendo studiato mediazione linguistica e culturale inglese-cinese, il primo grande passo all’estero fu un semestre in Cina legato all’università: dopo la laurea sono tornata spontaneamente a Shanghai nel 2013. Mi sono innamorata della città, del modo di vivere diverso, del cibo e delle opportunità. Iniziai con uno stage alla Camera di Commercio Italo-Cinese e poi a insegnare inglese all’asilo. Esperienza fantastica. Lì conobbi mio attuale marito Fraser, Kiwi. Dopo tante avventure in Cina, abbiamo deciso di venire in Nuova Zelanda a fine 2017. Non ci ero mai stata. Ma ho sempre amato le avventure».

Che fa a Auckland, a parte essere super mamma di Harper e Lilian di 8 mesi?

«Lavoro per l’azienda Myob che ha creato un software tutto “nella cloud” per contabilità per singoli privati o grandi aziende: è una tech company, io lavoro nella sede di Auckland. Inizialmente lavorai come cameriera, poi in un’azienda cinese dove ero l’unica occidentale. Ero Office manager in questa azienda chiamata Meostartup che fabbricava mascherine chirurgiche con i filtri in pura lana kiwi. Erano puntate soprattutto all’esportazione ma nel 2020 con il covid: lascio solo immaginare la quantità di richiesta mondiale che questa piccola startup ha ricevuto. Questo dal 2018 al 2021 quando andai in maternità con il mio primo bambino. Poi nel 2022 iniziai il mio nuovo percorso con Myob, dove rientrerò a novembre. Nel futuro vorrei progredire nel campo della tech company e continuare a lavorare per gli impiegati magari avendo un mio team».

Cosa porta della sua Livorno nel paese degli All Blacks?

«Porto la mia solarità e la mia passione per il caffè. Ho una foto nel mio ufficio di noi sulla Terrazza e di solito mi viene sempre chiesto il luogo che ricordo sempre con tanto piacere, così racconto le mie origini».

Quando torna con la famiglia quali sono i suoi luoghi del cuore?

«La Terrazza, poi adorando il gelato vado al Punto G all’Ardenza e adesso mi son ritrovata a portare i miei bambini alle giostrine sul lungo mare. È stato momento bellissimo e emozionante sia per me che per i miei genitori che sono farmacisti, babbo lavora in piazza Cavour e mamma vicino allo Stadio: andavo lì molto spesso quando ero piccola. Altri posti del cuore Surfer Joe, Calafuria, ma adesso solo scoglio di giorno, non più a ballare (ride) ».

Che vita fa in Nuova Zelanda?

«Qui hanno una vera e propria inclinazione a un ritmo più lento che si incentra tanto sulla famiglia. Gli orari sono diversi. Si comincia il lavoro alle 8 e si finisce alle 16 e alle 19 si cena. Mi sono abituata benissimo a questo stile: quando torno in Italia e magari i miei amici organizzano cene alle 21, la maggior parte delle volte è dura. Dal punto di vista lavorativo in Nz sono molto piu veloci a rispondere e le aziende non perdono tempo a fare quotazioni e tutto accade velocemente. La mia vita con i bambini è centrata a esplorare le bellezze naturali di qui. I bambini qua vanno sempre scalzi: abbiamo proprio adottato questa modalità di vita, quando torniamo è una lotta tra i miei genitori per far tenere al mio bimbo grande le scarpe. Qui tutto è sicuro e più o meno pulito, ovviamente le scarpe si tengono in città ma d’estate quasi mai».

Lei è tornata a Livorno a maggio per far visita ai suoi genitori. Come ha trovato la città?

«Più tenuta, più pulita, più aperta alle opportunità, soprattutto il centro, con tanti bei posticini rispetto a quando tornai nel 2023. Tanti più negozi e più turisti il che mi ha fatto un grande piacere. Adoro i livornesi per il mododi fare unico, toni alti e “lamentosi” e le abbronzature da invidia. Quando incontro italiani qui in Nz tutti dicono che bella è Livorno».

Un consiglio ai giovani livornesi.

«Seguire i propri sogni sempre. Piccola parentesi: i miei genitori sono entrambi farmacisti a Livorno e se avessi seguito quello che sarebbe stato comodo, avrei studiato farmacia e mi sarei unita a babbo in piazza Cavour. Ma ho seguito la mia passione, le lingue: uscire dal guscio livornese mi ha aiutato a crescere sia a livello personale che professionale. Tornassi indietro rifarei tutto da capo. Tornare alla base (Livorno) rincuora sempre ma poi ripartire è come tornare in una vita parallela che continua ad espandersi».

Cosa le manca della sua città?

«La farina di ceci e il cacciucco. Non riesco a cucinarlo quindi sopprimo tutte le voglie per due anni fino a che non torno. Il caffè preferisco quello lungo tipo Flat white che dura ore e mio babbo mi prende in giro. Adoro il riso nero».

Prevede un giorno di tornare?

«Solo per vacanza. In un futuro vorrei riuscire a comprare una mia casa a Livorno (magari con mio fratello) per avere una base. Pensionata a Livorno non mi ci vedo, oramai la mia vita è quaggiù. Spero che in futuro i miei bambini facciano le vacanze in Italia dai miei così per rafforzare i legami coi nonni e la lingua».
 

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