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Livorno e la sua signora del cinema: addio ad Anna Razzaguta

di Giulio Corsi
Livorno e la sua signora del cinema: addio ad Anna Razzaguta

Si è spenta a 90 anni, era l’erede dei fratelli Cesare e Corrado Gragnani

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LIVORNO Se n’è andata all’età di 90 anni, Anna Razzaguta, intellettuale livornese, fiera erede del nonno Corrado Gragnani, che col fratello Cesare fu imprenditore e fautore del cinema e del teatro a Livorno. Razzaguta, classe 1935, è morta nella Rsa di Coteto dove risiedeva dopo aver lasciato la storica dimora di famiglia in zona Attias in cui conservava gelosamente, tra i tanti cimeli, l’antico proiettore del Novocine, la seconda sala cinematografica della famiglia, costruita nel 1927 accanto al Moderno.

Anna era la memoria vivente delle imprese leggendarie dei fratelli Gragnani. Una delle sue ultime battaglie fu quella per dare un futuro al cinema Gragnani di via dell’Angiolo, la sala che tentò fino all’ultimo di resistere alla crisi dei cinema dovuto all’avvento delle multisale, con l’esperimento del Kino Dessè. «Ho già svenduto la mia parte del Moderno e garantisco che non accadrà la stessa cosa per il Gragnani. Rabbrividisco al pensiero di vedere il mio cinema trasformato in qualcos’altro, per me e per la memoria di mio nonno», raccontava al Tirreno dodici anni fa quando il futuro del Gragnani era ancora in bilico. E il riferimento era al proprio al cinema-teatro dietro via Grande trasformato dopo anni di buio in un modernissimo parcheggio dalla facciata dorata. Ma anche all’Odeon (diventato garage senza successo), al Metropolitan (residenze di lusso e banca), al vicinissimo Lazzeri (meravigliosa libreria-caffetteria-ristorante prima di una misera chiusura e dell’asta aggiudicata dal Mascagni), al Sorgenti, al San Marco, al Jolly.

«Caro piccolo, storico ex cinema – raccontava emozionata – ancor più di altre sale cinematografiche del passato mi ricordi i miei familiari e la loro attività fatta anche di pesanti sacrifici. Con gli spettatori che hai ospitato per generazioni fin dal tempo del “muto” hai permesso ai miei congiunti di sentirsi sempre realizzati nella loro attività di gestori-pionieri. L’aver avuto cura di te è stato difficile, ma quante splendide sensazioni».

Se il sogno di tenere aperto l’ultimo cinema non si realizzò, trovò soddisfazione invece l’altra battaglia di Anna Razzaguta, quella di battezzare un luogo della città in memoria di Cesare e Corrado Gragnani. A cui due anni fa è stato intitolato il parco di Centro Città.

Del nonno e dello zio il ricordo di Anna suonava orgoglioso, per la capacità imprenditoriale e per la convinzione antifascista: “Il democratico, lucido Cesare Gragnani con coraggio e forza non ammise mai intromissioni nella propria affascinante, rischiosa e amatissima attività. Un nipote ebbe a dire che il nonno Cesare prese per la collottola un gerarca e dall’interno del Goldoni lo rimosse fino alla piazza omonima. Ancora: il nonno Cesare prestò il suo Goldoni per il congresso nazionale socialista per fare un dispetto a un gerarca”, ricordava.

I funerali giovedì 14 agosto alle 9 ai Lupi. l
 

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