Un giovane su due usa lo smartphone mentre guida. Ma lo studio rivela un dato positivo – Dall’alcol alla velocità: i numeri
Ecco i risultati dello studio su oltre 2mila ragazzi e ragazze tra 16 e 24 anni realizzato da Skuola.net per Autostrade per l’Italia. Un giovane su 5 ha ammesso di essersi messo alla guida dopo aver bevuto
Non c’è sistema bluetooth collegato all’auto che tenga: la maledetta abitudine di guidare smanettando con lo smartphone non ha età. Tanto da avvicinare, e non certo in positivo, le abitudini di boomer e neopatentati. Ma quella dell’uso del telefono alla guida, anche a bordo di altri mezzi, non è l’unica emergenza da affrontare per migliorare l’educazione stradale degli under 24.
Lo studio
A certificarlo è l’Osservatorio "Non Chiudere gli Occhi" realizzato da Skuola.net per Autostrade per l’Italia che ha fotografato il grado di educazione stradale fra più giovani. Il risultato? Tra distrazione, stanchezza, eccesso di velocità, uso del cellulare alla guida, tra le nuove generazioni la sicurezza stradale continua a essere un tema critico. Ma c’è una buona notizia. Un certo tipo di educazione stradale - quella fatta di incontri con esperti, vittime di incidenti e loro familiari - può incidere positivamente sia nel breve che nel lungo termine. Sono proprio i diretti interessati a parlarne: 2.100 ragazze e ragazzi - tra i 16 e i 24 anni - che hanno partecipato all’Osservatorio. Un progetto rivolto a studenti e scuole, laddove l’educazione stradale rappresenta uno dei temi delle ore di Educazione civica, sempre più spesso effettuate con esperti, forze dell’ordine, persone coinvolte in incidenti o familiari di vittime. Qualcosa di ben diverso - e quindi complementare - rispetto ai tradizionali corsi di guida che preparano agli esami della patente, dove si punta più sui quiz e sulla tecnica di guida che sui valori civici. Non a caso, il 41% di chi ha partecipato a momenti formativi di quel tipo afferma di «aver cambiato in modo significativo e duraturo il proprio comportamento», sia nelle vesti di conducente sia come passeggero o pedone. E un ulteriore 43% parla di un impatto positivo, seppur temporaneo. In totale, dunque, 8 giovani su 10 riconoscono un effetto concreto di tali attività.
I numeri
Tornando al quadro generale del comportamento in strada, resta comunque ancora molto lavoro da fare. Ad esempio, quasi 1 giovane su 2 - conducente abituale di un mezzo di trasporto (dall’automobile al motociclo, passando per bici e monopattini) - utilizza di frequente lo smartphone mentre è alla guida; 1 su 5 ammette di essersi messo più di una volta al volante sotto l’effetto di alcol, sostanze o farmaci che riducono la lucidità; 2 su 3 guidano spesso e volentieri quando sono stanchi o affaticati; 4 su 10 superano regolarmente i limiti di velocità.
Il lato positivo
Al tempo stesso, però, confrontando questi dati con quelli delle precedenti edizioni dell’Osservatorio - attivo dal 2023 - quasi tutti gli indicatori risultano in miglioramento: segno che il combinato disposto delle azioni intraprese negli ultimi anni - dall’educazione stradale a scuola alle novità sul codice della strada, passando per le campagne di sensibilizzazione, fino alla crescente diffusione di tecnologie di ausilio alla guida - sta dando i suoi frutti.
Smartphone
L’uso dello smartphone al volante (o al manubrio), per dire, registra un calo di "trasgressori" di circa il 20%: nel 2025 a dichiarare di non utilizzarlo mai e poi mai quando è "in marcia" è il 56% degli intervistati, quando esattamente due anni fa erano il 46%. Anche l’attenzione complessiva sembra crescere: la quota di chi si dice «sempre o spesso distratto» oggi è al 17%, contro il 21% degli anni precedenti. Aumenta, poi, il rispetto delle norme base di sicurezza: coloro che dichiarano di indossare sempre casco, cinture o di rispettare i limiti sul numero di passeggeri a bordo salgono al 70%, con un miglioramento anche qui rispetto al 60% di due anni fa. Al centro dei pensieri di ragazze e ragazzi, inoltre, non c’è solo la tutela della propria incolumità o di chi si incontra lungo il cammino. Tantissimi giovani, infatti, impongono anche ai loro "ospiti" di rispettare le regole: ora sono il 60%, in aumento di oltre il 10% rispetto alla prima edizione dell’indagine. Quanto appena descritto, più in generale, rappresenta il frutto di una crescente consapevolezza del rischio a tutto tondo. Come conferma il 58% degli intervistati, che afferma di pensare spesso alle possibili conseguenze delle proprie azioni alla guida: nel 2023 rispondeva così il 49% dei conducenti.
Le conseguenze
La conseguenza principale è un calo evidente della percentuale di giovani che, in tempi recenti, dicono di aver causato incidenti - o di aver rischiato di farlo - proprio per via di un approccio superficiale al Codice della Strada: dal 58% di un biennio fa si passa all’attuale 49%. Come anticipato, però, bisogna continuare - è il caso di dirlo - su questa strada visto che la meta - obiettivo zero vittime - è ancora lontanissimo. Per iniziare, si dovrebbe intensificare ulteriormente l’Educazione stradale a scuola. Ad oggi, oltre 1 studente su 2 - il 55% - dichiara di non aver mai svolto un’attività del genere durante il proprio percorso didattico. Fossero gli stessi che usano lo smartphone al volante il problema sarebbe già risolto.
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