Il Tirreno

Livorno

Il personaggio

«Io, Funari e Sanremo». Torna a suonare nella sua Livorno Alessio Colombini il cantautore dei big

di Marcello Mastrocola
«Io, Funari e Sanremo». Torna a suonare nella sua Livorno Alessio Colombini il cantautore dei big<br type="_moz" />

Sarà a Villa Trossi: con lui la musica di un’epoca

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LIVORNO « Era la prima metà degli anni ’70 e posso dire di aver fatto tanta gavetta ma di aver conosciuto molti big fra musicisti, discografici, incisori di dischi, cercavo la mia originalità, non volevo il successo facile, i pezzi orecchiabili, volevo fare la mia musica, e questo veniva apprezzato». Lui è Alessio Colombini, cantautore e arragiatore livornese che ha fatto storia. La sua città sempre nel cuore, ma se ne va: destinazione Milano. alla fine degli anni Sessanta se amavi la musica quella era la Mecca. Un’epoca musicale che racconterà, con il suo repertorio, il 19 agosto a Villa Trossi, all’interno della rassegna estiva di Ardenza. Un evento (ingresso 12 euro, info 338 5081221). Un grande ritorno per lui che , classe 1951, sarà accompagnato da alcuni dei suoi musicisti di maggiore fiducia: «Ci saranno musicisti davvero bravi: Jacopo Giusti alla batteria, Cristiano Cei al basso e alla chitarra acustica, Matteo Giovannelli alle tastiere, Marco Mazzantini al pianoforte, Carola Cuneo e Vittoria Rosini coriste, e io fra chitarra e pianoforte».

Alessio rappresenta l’emblema di musicista della sua epoca, che sognava tanto e che si metteva in gioco per inseguire la sua passione: «Anche rinunciando agli agi che la mia città mi poteva offrire, potevo rimanere a Livorno con i miei genitori, Sergio Colombini e Ida Bini, e mia sorella Giovanna, oggi docente universitaria. I miei genitori lavoravano il babbo al centro radio delle poste al Castellaccio, e la mamma in un ufficio postale e avrebbero preferito che rimanessi con loro, ma o sentivo che la musica mi chiamava. Alla fine degli anni ’60 c’era tanto, ma non c’erano i talent show e quindi se amavi la musica partivi per Milano, come chi ambiva a una carriera nel cinema partiva per Roma. E a Milano sono legati tanti miei ricordi, felici, ad esempio potrei parlare del Derby, uno locale da cui sono emersi tanti artisti e che è una vera pagina di storia della musica italiana, lì ho lavorato molto con un caro amico come Ricky Gianco, e conobbi Gianfranco Funari che è stato un bravissimo artista teatrale e di cabaret». Parlare con Colombini fa capire che fermento musicale e culturale potesse riservare quel periodo, quanto il mondo della musica circolasse attorno a Milano: «Ci sono stati momenti che non dimenticherò mai, belli e meno belli. Ricordo ad esempio, giovanissimo, le 4 ore di anticamera all’etichetta CBS dove conobbi Roberto Colombo della Pfm e Valentino Maggioni, la Regson, altra sala di incisione, sui navigli, ricordo Ruggero Cini, che arrangiava Claudio Baglioni e Renato Zero, ma anche la sala Il Mulino, dove incidevano Celentano e Battisti, oltre al produttore Adelio Cogliati». Tanti aneddoti. « In quegli anni ci furono le mie canzoni Lombardia, e A meno di te, quest’ultima prima in classifica per radio e per copie vendute, furono il trampolino per il Festival di Sanremo del 1983 dove portai Scatole cinesi. Fu il festival in cui un giovane Vasco Rossi arrivò penultimo, ma c’erano anche Zucchero Fornaciari, Gianni Morandi, Toto Cutugno, a vincere fu Tiziana Rivale». E ancora: «Nel 1985 incontrai poi Pino Scarpettini, fondatore dei Trolls, poi New Trolls, con cui collaborai, mentre a fine anni ’80 cominciai a collaborare con l’amico Gianfranco Funari, che, dopo esperienze a Radio Italia e sul mercato internazionale, poi mi volle con lui nelle sue trasmissioni tv. Bella esperienza, anche se per me la vita a Roma risultava caotica, ci sono stato 7 anni, decisi poi di non proseguire».

E sulla scena musicale di oggi che dice? «Vorrei meno contaminazione elettronica e meno violenza in alcuni testi. Le canzoni di chi fa trap non riesco a sentirle. Penso però ci sia tanta visione strettamente commerciale, una musica di giovani per i giovani, che spesso non è sincera. Di bravi ce ne sono, mi piacciono molto musica e testi di Gazzelle, Ultimo e anche Achille Lauro».

Colombini ama molto il ruolo che Livorno ha avuto nella cultura italiana: «È vero, Livorno in ambito culturale ha prodotto tanto, musica, teatro, arte, è bene che ci siano iniziative come questa di Villa Trossi e anche Effetto Venezia che la celebrino. So del successo recente di Effetto Venezia e mi fa piacere, confesso però di rimpiangere un po' la manifestazione di qualche anno fa, dove la cultura aveva più spazio, in cui era pieno di bancarelle di libri, e si organizzavano letture di tanti tipi. I numeri erano meno importanti ma c’era spazio per tutti quelli che volevano condividere le loro passioni».l


 

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