L’incidente mortale
Patty Pravo accende Livorno e si racconta: «La mia notte con Jimi Hendrix». E su Lucio Corsi dice...
Sessant’anni di carriera e icona della musica italiana, apre “Effetto Venezia”. Dagli esordi agli Usa, si racconta al Tirreno
LIVORNO. Protagonista indiscussa della musica italiana del 20° secolo. Interprete unica. Icona di stile. E artista d’avanguardia, fin dagli esordi. Patty Pravo arriva a Livorno. Sarà lei ad aprire stasera, mercoledì 30 luglio, alle 22 (ingresso gratuito) la più importante kermesse cittadina, “Effetto Venezia” con il suo “Ho provato tutto tour”. E sarà anche alla Versiliana il 12 agosto. Per lei, veneziana, non c’è luogo più adatto del quartiere che le ricorda la sua città gratuito.
Patty Pravo, il suo ultimo singolo si chiama come il tour, “Ho provato tutto.” È un titolo biografico?
«Il singolo non l’ho scritto io, ma Francesco Bianconi. Quando l’ho sentito ho detto: “Questo ragazzo è peggio di me, sa di tutto”. Il singolo certo è biografico».
Nel singolo cita “il peso del mondo”. Cos’è per lei?
«Guardiamoci intorno. Vediamo le guerre, fatte dai signori che guidano il mondo. Sono abbastanza allucinanti. Non mi sembra che questo mondo sia poco pesante. Purtroppo ci sono delle guerre, dei genocidi. È un momento storico molto pesante. La guerra non è mai giusta». Tanti i tabu infranti durante la sua carriera. Per quale le piacerebbe essere ricordata? «Io sono sempre stata libera, uno spirito libero. Sono sempre stata così, anche da bambina. Rompere i tabu non ha aiutato la carriera, a volte è stato un po’ pesante. Ma quando una persona è libera, quando si sente libera, fa la propria vita. Non si ferma perché qualche giornalista ne scrive male. Il pubblico mi ama».
Cita Jimi Hendrix. Se fosse qui, cosa gli direbbe?
«Oggi Jimi Hendrix avrebbe scritto delle cose incredibili per l’orchestra. Stava pensando a questo quando ci siamo visti a Londra. Un grande artista. Ho avuto il piacere di incontrarlo, di aver passato una nottata insieme. Insieme nel senso che siamo stati fuori (ride). Dirlo così mi fa un po’ ridere. Non gli piacerebbe la musica di oggi. Fosse ancora qui lo amerei ancora, come l’ho sempre amato. Era una persona meravigliosa».
Dei Rolling Stones che ricordo ha invece?
«Li ho conosciuti da ragazzina, da Mario Schifano. Poi sono diventata amica della Pallenberg (già compagna di Schifano e, poi, di due membri dei Rolling Stones). Con loro mi sono molto divertita. Sono imbattibili. Ma a parte loro tutti i rockettari veri a ottant’anni sono a correre e saltare da una parte all’altra, hanno molta più forza dei giovani».
A proposito di giovani, del panorama musicale italiano chi apprezza oggi?
«Mi piace molto Mahmood. Ha fatto quella cosa con Ornella (Vanoni) che è stata splendida. Poi mi piace Madame. Mi piacerebbe duettare con loro. Lucio Corsi; mi sembra un ragazzo simpatico, vediamo cosa può fare».
Sessant’anni di carriera…
«Sono soddisfatta delle scelte che ho fatto, sono stata sempre libera. Ma non so ricordare un solo momento iconico della carriera. Mi piacevo quando ero una ragazzina piccola, quando avevo trent’anni, e quando facevo l’interprete. Le cose le ho fatte sempre perché le sentivo. Una carriera così lunga mi ha anche permesso di viaggiare».
Una vita tra America e Italia, Roma e California. Dov’è che le è piaciuto di più vivere?
«Ho vissuto in America per tanti anni, sono stata bene. Avevo anche i miei musicisti. Ho girato il mondo in lungo e in largo, non solo per lavoro. Sono una viaggiatrice».
C’è qualcosa di cui si pente di avere o non avere fatto?
«Se pensassi alle cose che non ho fatto, staremmo qui fino a domani (ride)».
Cosa significava essere donna e fare musica quando ha iniziato? E che significa oggi?
«Una volta eravamo in poche. Quando ero giovanissima i contratti degli uomini valevano più dei nostri. Ma oggi le donne sono cambiate. Hanno più opportunità e lottano di più. La vita è una lotta. Se non si lotta, si perde».
Che messaggio vuole mandare alle donne che verranno a vederla?
«Ragazze, forza e coraggio. Sembra che tutto stia andando per il meglio».