Livorno, addio a noto scultore: «Ma vivrà per sempre nelle sue opere»
L’artista era autodidatta: nella sua lunga carriera ha vinto numerosi premi
LIVORNO. È morto ieri, 23 luglio, a 97 anni, Danilo Orsolini, detto Nilo, scultore molto conosciuto a Livorno e non solo per le sue opere in ferro e acciaio con cui ha vinto anche numerosi premi (tra cui il Premio Rotonda per la scultura). Se n’è andato circondato dall’affetto dei suoi cari quell’artista che – ricorda chi lo conosceva – è stato prima di tutto un marito, un padre e anche un nonno amorevole.
Nato nel 1928, a soli due anni Orsolini è rimasto orfano di padre, con due fratelli e una sorella in arrivo. E fin da giovanissimo ha sentito la responsabilità della famiglia, cominciando così a lavorare sempre con attenzione e responsabilità, senza mai risparmiarsi. Ha vissuto il periodo della guerra e dell’antifascismo contribuendo, nel suo piccolo, alle imprese della Resistenza, e comunque non tirandosi mai indietro quando il suo contributo poteva essere utile. Dopo aver lavorato nell’officina dello zio Aldemaro come fabbro, è entrato come operaio alla vetreria Borma e con la lavorazione del vetro ha iniziato a cogliere i cambiamenti e la flessibilità della materia. Autodidatta, negli anni Settanta ha sviluppato un’intensa capacità creativa, per puro diletto, realizzando piccole opere, lavorando a sbalzo il rame e l’ottone e trasformando così la sua passione per il disegno e la pittura nell’arte di modellare la materia . I consensi acquisiti, ma ancor di più l’intima necessità di dare forme alle proprie idee, lo hanno indotto a dedicarsi con sempre maggiore passione alla creazione delle sue opere, passando all’utilizzo del ferro e dell’acciaio inox, materiali non certo morbidi e malleabili, ma lavorati in modo tale da sembrare cedere alla volontà dell’autore. I suoi strumenti erano quelli utilizzati dai fabbri e i punti di saldatura caratterizzano e concludono i suoi lavori.
Amava rappresentare, anche a grandezza naturale, modesti momenti di vita quotidiana, i mestieri umili e faticosi, gli animali, i personaggi storici, sportivi, culturali, livornesi o qualunque cosa potesse ricordare la sua Livorno, ma anche situazioni. «Nilo era una persona semplice, modesta e ironica – racconta chi l’ha conosciuto – . Fino a 90 anni ha sentito la necessità di esprimersi con la creazione delle sue opere che hanno richiesto una notevole energia e forza fisica, elementi che hanno sempre rappresentano la sua personalità. Ha sempre avuto, nel corso del suo percorso artistico, l’approvazione e l’affetto della sua famiglia, alla quale è molto legato». Lascia infatti la moglie Carla, con cui ha condiviso circa 80 anni della sua vita, i figli Sabrina e Fernando, il genero Maurizio, la nuora Luisa e gli amati nipoti Tommaso, Ilenia ed Emma.
Orsolini ha esposto durante molte edizioni del Trofeo Accademia Navale di Livorno con opere legate al mare e alla storia della città, come nell’edizione Trentennale del 2013 dove ha reso omaggio a Livorno con una scultura dedicata al simbolo della città medicea “I quattro mori”. Ma non solo: nei locali dell’associazione Marinai d’Italia di Livorno, nell’area dei piloti del porto, è collocata la scultura del “Marinaio”, mentre nella sede dell’Istituto Storico della Resistenza della provincia di Livorno è esposta una sua scultura che rievoca la triste storia dei campi di sterminio nazista. «Nilo e il suo ricordo vivranno per sempre grazie alle sue sculture», è il ricordo di chi ha condiviso con lui momenti bellissimi.