La buona notizia
Livorno, ore di caos e paura a Montenero: bracconieri sparano coi fucili ai cinghiali
Colpi di "doppiette" prima e dopo il tramonto in zona vietata e fuori dal calendario della caccia. In via dei Salici è arrivata la polizia
LIVORNO. Due ore e mezza di spari. Due ore e mezza di fucilate contro i cinghiali. È stata una serata di apprensione quella vissuta giovedì 10 luglio dai residenti della zona di via dei Salici, a Montenero. Non lontano dal Mausoleo di Ciano, infatti, dalle 19,30 alle 22,30 – quindi da poco prima del tramonto fino al buio – squadre di bracconieri si sarebbero organizzate per cacciare i cinghiali, in un periodo in cui la caccia è chiusa e la modalità di abbattimento degli ungulati non è affatto consentita. Gli abitanti della zona, spaventati, hanno immediatamente chiamato il 112, facendo intervenire le forze dell’ordine.
L’intervento
In via dei Salici, in pochi minuti, sono sopraggiunti gli agenti della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura. I poliziotti, richiamati dai residenti, si sono subito messi alla ricerca dei cacciatori, purtroppo senza trovarli. In zona, già ai bordi delle strade, era però pieno di cinghiali. Quest’anno, stando a quanto emerso, ce ne sono decisamente più del solito. Un’emergenza, quella degli ungulati, che non riguarda certo solo le colline livornesi, ma tutta la provincia. All’Elba, ad esempio, nelle ultime settimane un uomo nella frazione campese di San Piero è stato aggredito da un branco, mentre un pastore ha denunciato l’uccisione delle sue capre. Il Primo maggio scorso, purtroppo, in un incidente stradale lungo la strada del Monumento, fra Marina di Campo e Lacona, ha perso la vita scontrandosi in moto contro un animale il cinquantanovenne Rocco Andrianò. Anche in via del Castellaccio, per fortuna in questo caso senza gravi conseguenze, all’inizio di giugno era rimasto ferito un ventunenne livornese, caduto proprio a causa dell’attraversamento improvviso degli ungulati.
Avevano i visori
I bracconieri, per cacciare al buio, sicuramente erano anche ben equipaggiati: avrebbero indossato, infatti, i visori notturni per “farsi luce” e vedere i cinghiali a cui sparare. Una caccia di frodo, se i sospetti dei residenti dovessero trovare conferma, molto pericolosa, in quanto vicino alle abitazioni e assolutamente fuori stagione, quindi al di là di ogni regolamentazione e possibile controllo. In ogni caso, purtroppo, gli abitanti hanno sentito solo gli spari e non sono riusciti a vederli, dato che sarebbero stati immersi nella vegetazione. Né i poliziotti, per ora, sono riusciti a identificarli.
Cosa dice la legge
La caccia è regolamentata dalle leggi regionali. «Il prelievo in braccata – si legge nei documenti – è consentito nelle aree vocate dal primo ottobre 2025 al 31 gennaio 2026 nel rispetto dell’arco temporale di quattro mesi consecutivi. A ottobre sarà cura degli Ambiti territoriali di caccia, in collaborazione con i distretti di gestione, attuare un’ordinata organizzazione del prelievo venatorio del cinghiale in braccata, al fine di garantire lo svolgimento delle altre forme di caccia. In nessun caso, quindi, per le “doppiette” è possibile sparare a luglio. Men che meno vicino alle case. Per questo i poliziotti proseguiranno negli accertamenti in collaborazione con le forze dell’ordine specializzate, come la polizia provinciale e i carabinieri forestali.
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