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Ospedale di Livorno, ecco il nuovo maxi robot: «Chirurgia d’avanguardia»

di Claudia Guarino
Ospedale di Livorno, ecco il nuovo maxi robot: «Chirurgia d’avanguardia»

Presentata la piattaforma dedicata agli interventi di Urologia. Il presidente regionale: «Così traghettiamo la medicina nel futuro»

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LIVORNO. Elaboratissime braccia – governate da una postazione dedicata e con tanto di visore 3D – muovono attrezzi robotici di ultimissima generazione. I presenti definiscono la nuova piattaforma sperimentale introdotta a Urologia «un progetto all’avanguardia che proietta la chirurgia, e l’ospedale di Livorno, nel futuro». Perché “Versius plus” è un robot capace di agevolare il lavoro dei medici chirurghi, consentendo 200-300 interventi ogni anno. Il macchinario è già entrato in servizio – operando un settantenne per un tumore alla prostata – ma è stato presentato ufficialmente ieri in ospedale dal primario di Urologia Maurizio De Maria insieme al presidente della Regione Eugenio Giani, al sindaco Luca Salvetti, alla direttrice generale dell’Azienda Usl Toscana nord ovest Maria Letizia Casani e a Filippo Uberti di Eni. Il tutto di fronte a una platea composta dai primari dei reparti ospedalieri e da alcuni rappresentanti delle rispettive equipe.

Il robot

Il robot, formato da quattro bracci indipendenti e da una consolle “di comando”, per com’è strutturato favorisce l’accesso al sistema da parte di più specialità che operano in sale diverse. I bracci, inoltre, riproducono i gesti del chirurgo con precisione, nell’obiettivo di migliorare la resa e ridurre il margine di errore. Interdisciplinarità, velocità e precisione, dunque, per un’apparecchiatura che è frutto di un accordo firmato da Asl ed Eni, approdata agli Spedali Riuniti grazie al sostegno della Regione Toscana e al coordinamento del Comune di Livorno.

La formazione

La nuova apparecchiatura – spiega De Maria – «garantisce precisione e controllo aumentati grazie alla visione 3D e all’eliminazione del tremore fisiologico. Ovviamente l’introduzione della tecnologia comporta anche uno sforzo formativo di livello». Perché, chiaramente, i medici devono essere in grado di manovrarlo, il robot. O meglio, devono sapere come si opera tramite la nuova piattaforma che dovrebbe garantire interventi chirurgici più precisi, meno invasivi e con tempi di recupero ridotti, diminuendo, al contempo, i costi sanitari e l’impatto ambientale legato agli spostamenti per le cure.

«Salto di qualità»

A provare in prima persona il visore, raggiungendo il robot dopo il taglio del nastro ufficiale post convegno, è stato il presidente Giani secondo cui «la robotica, per la chirurgia, rappresenta un salto di qualità poiché è in grado di determinare interventi meno invasivi, degenze più brevi e meno complicanze post operatorie. Inoltre si crea una nuova generazione di chirurghi per rivoluzionare questa branca importantissima della medicina e traghettarla nel futuro».

«Livorno riferimento»

A farne un motivo di vanto è la direttrice Casani. «Il nuovo robot livornese – ha sottolineato – sarà riferimento importante per tutta la rete ospedaliera diventando un polo di attrazione per tutto il territorio. Livorno sviluppa così il suo ruolo di ospedale hub con specialistiche di secondo livello e performance certificate di valore crescente». Anche perché, ha aggiunto De Maria «la chirurgia robotica è destinata ad espandere il proprio ambito di applicazioni».

Il primo paziente

Il primo paziente che è stato sottoposto a intervento con il nuovo robot, come già raccontato dal Tirreno, è un settantenne operato per un tumore alla prostata. «L’indicazione classica degli interventi robotici, infatti, è di tipo oncologico – ha detto De Maria –. L’innovazione tecnologica è ormai parte fondamentale del progresso chirurgico. Certo, non tutto si può fare con il robot che però, soprattutto per la parte oncologica, permette dei miglioramenti enormi sia per i pazienti che per il chirurgo. È quindi un importante passo avanti».
 

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