Livorno e l'inedito "Mascagni, l'unico": l' omaggio di Maurizio Sessa al maestro a 80 anni dalla sua morte
Tra amori, duelli rusticani e segreti: si presenta il nuovo libro
LIVORNO Ottanta anni fa la scomparsa del compositore di Cavalleria rusticana e l'omaggio di Maurizio Sessa. Si intitola “Mascagni l’unico, l'uomo di una sola opera” tra amori, segreti e duelli rusticani.
Il libro viene presentate oggi, venerdì 27 giugno, alle 17,30 alla biblioteca di Villa Fabbricotti. Ottanta anni fa, il 2 agosto 1945, a Roma, nel suo appartamento all'Hotel Plaza, moriva Pietro Mascagni, il compositore che aveva visto la luce a Livorno il 7 dicembre 1863. Si spegneva un artista che aveva segnato una stagione indimenticabile dell'opera lirica nel mondo, un divo di rinomanza internazionale. Un musicista segnato dall'indelebile etichetta di “One Man Opera”, l'uomo di una sola opera. Un giudizio affrettato e perdurante, che ha finito per deformare il giudizio critico sulla irripetibile carriera di un compositore il cui nome è diventato, ingiustamente, sinonimo di Cavalleria rusticana, l'opera in un atto con cui aveva esordito il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma accolta da un successo a dir poco clamoroso. La prima e sicuramente la più nota fra le sedici composte dal Livornese, ma che ha finito per offuscare le rimanenti. Una sorta di spada di Damocle che il giornalista e saggista Maurizio Sessa, già autore di alcuni contributi su Giacomo Puccini, tenta di rimuovere nel suo volume Mascagni l'Unico.
“L'uomo di una sola opera” tra amori, segreti e duelli rusticani, pubblicato da Edizioni Medicea di Firenze (112 pagine, prezzo 14 euro) si avvale di un corposo apparato iconografico che per la prima volta presenta documenti rari e inediti. Una documentazione che getta nuova luce su alcuni capitoli della biografia mascagnana. In particolare, l'autore analizza il rapporto intercorso tra il “divo Mascagni” e un misconosciuto primo fagotto, Guido Borghi, nel 1938 licenziato dall'orchestra di cui faceva parte perché ebreo. Dal volume impreziosito dalla prefazione di Fulvio Venturi, riemergono i rapporti di Pietro Mascagni con la moglie Lina, il suo lungo e tormentato legame con l'“Anna”, Anna Lolli, la giovane corista protagonista di una storia d'amore iniziata nel 1910 e conclusasi solo con la morte del compositore trentacinque anni più tardi. E molto altro ancora, alla riscoperta, a ottanta anni dalla morte, di un compositore accompagnato da un insolito e immeritato destino. l
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