Permessi antincendio facili a Livorno: tre bottiglie di champagne dall’architetto ed ex assessore
La procura: «Gabriele Bulichelli (ex delegato all'ambiente e al decoro urbano di Cecina) le ha consegnate al dirigente dei vigili del fuoco Giuseppe Mazzotta come "compenso per la disponibilità"»
CECINA. Tre bottiglie di champagne come «compenso per la disponibilità». Sono quelle che, secondo l’accusa, l’11 luglio dell’anno scorso vengono consegnate a Giuseppe Mazzotta – il dirigente dei vigili del fuoco arrestato il 3 giugno scorso – dall’architetto ed ex assessore all’ambiente e al decoro di Cecina, il cinquantaquattrenne Gabriele Bulichelli, anch’egli indagato nell’ambito della stessa inchiesta. Fra i due, stando alla tesi accusatoria, vi sarebbe un’intensa collaborazione, in particolare sulle pratiche per un albergo di Cecina (i cui titolari sono estranei ai fatti). In un incontro nella struttura, fra l’altro, secondo gli investigatori, l’ex assessore il 7 maggio del 2024 consegna al funzionario del denaro «per un’altra pratica».
«A fine giugno 2024 – è quanto emerge dagli atti – Mazzotta e Bulichelli si accordano affinché il professionista si presti a pagare una fattura emessa da Cristina Solari (59 anni, indagata e titolare dell’omonima ditta antincendio di Livorno ndr), al fine di retribuire il pubblico ufficiale per i progetti da lui redatti e ufficializzati dall’ingegner Roberto Canessa (61 anni, livornese, e anch’egli iscritto nel registro degli indagati ndr). Dall’interpretazione delle conversazioni emerge chiaramente come il compenso sia di 1.500 euro, che in codice viene presentato come “un litro e mezzo di vino”. Infatti Mazzotta esorta Solari: “Ciao Cristina siccome da domani sarò assente per quattro giorni ti invio gli estremi per la collaborazione professionale pari a 1.500”, specificando che è libera di chiamare Bulichelli, che sa già tutto». L’incontro L’11 luglio, come anticipato, avviene l’incontro fra Mazzotta e Bulichelli (che contattato dal Tirreno preferisce non rilasciare dichiarazioni). Con il funzionario dei pompieri che, secondo la procura, «adotta un registro comunicativo intriso di sottintesi e toni intimidatori, sottolineando che il suo ruolo e il suo potere debbano essere rispettati». «Sono abusivissimi tutta la vita e io li devo anche proteggere! – dice riferendosi all’albergo in questione –. M’importa assai: loro sono gli abusivi, quindi c’è già qualcuno che fra virgolette li protegge no? E scusa, abbi pazienza, domattina sennò mando quelli dell’ufficio e dico loro: andate a controllare quest’albergo e vedrai che glielo chiudono! No, ora io non lo farei, ma però, volendo, se poi mi fanno votare i cogl…».
Bulichelli, a questo punto, chiede a Mazzotta se abbia ricevuto i 1.500 euro da Solari «dopo l’errore iniziale nella fatturazione». Poi seguirebbe una telefonata fra l’architetto e il direttore della struttura ricettiva. «Ce la siamo giocata bene, perché il vicino gli può fare un esposto e gli tocca bloccare la cosa», dirà poi Bulichelli a Mazzotta a fine chiamata, con quest’ultimo che «annuisce – si legge nell’ordinanza – ma subito aggiunge: “Pensavo che quando parlavi di documenti parlavi di quelli verdi”, verosimilmente facendo riferimento al denaro che non ha ancora ricevuto e ribadendo il concetto che i soldi sono la sua unica priorità». I consigli In una conversazione con uno dei responsabili della struttura «Mazzotta – scrive la procura – spudoratamente consiglia di far figurare che in ogni camera, invece dei due letti, ce ne sia uno. Poi porta ad esempio la capienza di cento posti dell’annesso ristorante-bar, per il quale si vanta di aver consigliato al gestore “ne vuoi mettere 120? Ma se muoiono 20... pigliali e portali fuori... dici son morti lì”».
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