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Negli “abissi” del Nautico: a Livorno c'è l’aula del mare sotterranea

Negli “abissi” del Nautico: a Livorno c'è l’aula del mare sotterranea

La “palestra” dei futuri capitani tra gozzi, gommone, motovedetta e vela. Trecento metri quadri che non ti aspetti lungo il pontile dell’istituto

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LIVORNO Profuma di mare. Salmastro intenso intriso nelle prue e nelle poppe dei gozzi a riposo. Nel gommone che stanno pulendo gli studenti. Nella “Cala barche” ci sono attrezzature marinaresche ovunque e bandierine che per gli addetti ai lavori hanno un valore fondamentale. «Sono le bandiere del codice internazionale nautico dei segnali, ognuna corrisponde a un significato preciso utilizzato dalle navi per scambiarsi messaggi a vista», spiega subito l’ex docente di Fisica in pensione Silvestro Raffone. E poi c’è la “discesa”. Le imbarcazioni vanno giù nel Fosso Reale. E poi prendono il largo da quel pontile dove campeggia la scritta “Istituto Nautico Cappellini”.

Eccoci negli “abissi” che non ti aspetti di quella scuola che prepara alle professioni del mare, il Nautico, appunto. Le sue radici marinaresche, quelle vere delle origini di fine ’800, sono ben visibili in quei 300 metri quadri sotterranei. Al di sotto di piazza Giovine Italia e degli scali che corrono sopra l’istituto Cappellini.

È il cuore pulsante della scuola, anche se non viene usato come servirebbe: sono necessari interventi, adeguamenti e migliorie che non arrivano. Nonostante le richieste della scuola alla Provincia. E comunque è uno scrigno marinaresco con due gozzi e una lancia a motore della scuola (serve per fare lezione di navigazione). C’è un gommone. «Quattro barche a vela e due gommoni sono di proprietà dell’associazione, il resto delle imbarcazioni è della scuola», spiega la vicepreside Francesca Bernini. Quella scuola di cinque piani vista porto con i suoi 400 studenti e la sperimentazione 4+2 al via a settembre (il diploma in 4 anni e due successivi per chi vuole di specialistica Its) si scopre dal basso. Dove ci sono le attrezzature marinaresche. «Nella nostra scuola c'è una parte pratica molto importante, da qui deve uscire gente di mare che andrà a lavorare. Al diploma non sapranno pilotare una nave, ma una barca sicuramente sì», ribadisce Bernini.

La Cala barche praticamente è una cantina che dà sul Fosso Reale, dal quale gli allievi che fanno vela poi escono in mare. I ragazzi grandi del Nautico sono velisti in gamba e alcuni di loro fanno da istruttori per i più giovani grazie all’associazione “Avanti tutta” fondata negli anni ’60 da ex docenti ed ex allievi, per promuovere e insegnare vela agli studenti. Il gruppo si prende cura della Cala barche, appunto.

Lungo il pontile è ancorata una motovedetta, donata anni fa alla scuola dalla Guardia Costiera. Adesso è vecchia e necessita di un restyling per ripartire e fare didattica. «C’è da rimetterla in sesto, se qualche privato ci aiuta, così il mezzo può riprendere a essere usato dai nostri ragazzi per fare Navigazione».

Le acqua antistanti sono assegnate al Nautico, grazie all’allora preside Spanò. Raffone parla della storia dell’istituto: nel 1963 la nuova (e attuale) di piazza della Giovine Italia. Qui, sotto le ali dello scomparso preside Spanò (grande uomo di scuola), divenne uno dei Nautici più prestigiosi d'Italia. Fra i gioielli di un tempo del Cappellini, persino una vera nave scuola - la Marcantonio Colonna - con la quale gli studenti degli ultimi anni (era usata anche da altri istituti nautici italiani) partecipavano a crociere di istruzione. Ma storia delle origini è più antica: ben 162 anni di storia. Era il 13 dicembre 1863 quando il Regio decreto istituì a Livorno l'Istituto di Marina mercantile, prima scuola tecnica della provincia. L'istituto aveva le sue radici nella Scuola nautica governativa, voluta nel 1766 a Livorno dal Granduca Pietro Leopoldo di Toscana. Bastano questi cenni storici per comprendere la straordinaria importanza e l'unicità culturale del "Nautico". E tra i dirigenti che hanno fatto la storia del Cappellini anche Francesco Mumolo preside fino al 1995, dopo il passaggio di consegne con Domenico Spanò.l


 

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