Il Tirreno

Livorno

Il caso

Livorno, muratore liberato dopo la rapina: «Basta, fatemi tornare in carcere»

di Stefano Taglione

	La polizia in via Provinciale Pisana (foto d'archivio)
La polizia in via Provinciale Pisana (foto d'archivio)

L’uomo, 26 anni, di Capraia, era stato arrestato per aver minacciato un negoziante con un coltello

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. È stato arrestato per aver tentato di rapinare un minimarket di via Provinciale Pisana, minacciando con un grosso coltello il negoziante. Per questo, un ex muratore ventiseienne dell’isola di Capraia, è stato fermato dalla polizia di Stato, che con le volanti lo stavano cercando. L’episodio è avvenuto il primo giugno scorso. Il giovane, secondo quanto ricostruito, era uscito di casa in escandescenze con l’arma bianca minacciando di suicidarsi: «Mi vado ad ammazzare nel parcheggio», avrebbe gridato a torso nudo. Così, in preda all’ira, avrebbe riferito al padre, che spaventato ha chiamato i suoi amici e il 112, facendo intervenire le ambulanze e gli agenti della questura con l’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, diretto dal commissario capo Gabriele Nasca. Per questo, Il Tirreno, non identifica l’uomo con nome e cognome.

La minaccia di togliersi la vita è il motivo per il quale le forze dell’ordine, come anticipato allertate dal babbo, lo stavano cercando nel quartiere. Poi l’hanno bloccato all’interno del negozio, portandolo in carcere. Illeso, per fortuna, il commesso al lavoro nel minimarket di generi alimentari: sotto choc, non è stato colpito, solo minacciato, e non ha avuto bisogno di cure mediche. «Il gestore – spiega in una nota la questura – ha riferito alla pattuglia che, mentre si trovava all’interno del negozio, è entrato il ragazzo che lo ha raggiunto dietro il bancone e quindi gli ha posto la punta del coltello contro la pancia e in italiano corretto gli ha intimato di aprire il registratore di cassa perché “voleva i soldi”. Mentre era sotto la minaccia del coltello è giunto all’interno dell’esercizio un cliente, che vista la situazione ha urlato all'uomo di lasciare immediatamente il coltello, ma senza risultato poiché l’uomo ha continuato a premergli l’arma contro».

Il ventiseienne era stato descritto come «a torso nudo, con vistosi tatuaggi, calzante un cappellino da baseball». Per fermarlo, i poliziotti, hanno «adottato tutte le misure precauzionali al fine di preservare l’incolumità di tutti i presenti, intimandogli di far cadere il grosso coltello in terra». Giovedì scorso, nel penitenziario delle Sughere, si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto, con il giudice per le indagini preliminari che ha rimesso in libertà il ventiseienne, che è quindi tornato a Capraia. Contestualmente è stato anche denunciato per porto di armi od oggetti atti a offendere. Dopo poche ore dal rientro sull’isola, però, ha chiesto di tornare in carcere: «A casa non ci voglio stare, portatemi in cella».

Il venticinquenne è difeso dall’avvocato livornese Massimo Gambacciani, che per lui aveva ottenuto la scarcerazione inizialmente disposta in misura cautelare dopo l’arresto. Il legale non vuole commentare la vicenda, ma nei prossimi giorni i carabinieri dell’isola si dovranno organizzare per accompagnare il ventiseienne alle Sughere, dove ha chiesto di essere portato in regime di custodia cautelare per la tentata rapina all’interno del minimarket di via Provinciale Pisana, nella periferia nord della città.

La consultazione
Italia al voto

Referendum, affluenza in diretta: tutti i dati nazionali comune per comune. Chiusi i seggi, affluenza alle 23 al 22,73%. Oggi si vota dalle 7 alle 15

Sani e Belli