AI e automazione nei porti europei: il futuro del lavoro si decide a Livorno
Alla Fortezza Vecchia si è svolto il confronto tra sindacati, istituzioni e imprese su diritti, sfide e opportunità nell’era digitale del lavoro portuale
LIVORNO. La Fortezza Vecchia si è trasformata nel centro del dibattito europeo sul futuro del lavoro portuale, in un contesto segnato da rapide trasformazioni dovute all’intelligenza artificiale e all’automazione.
È qui che si è tenuto, il 29 e 30 maggio, il convegno internazionale dal titolo “Intelligenza artificiale e automazione nei porti europei: sfide, opportunità e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, promosso dalla Filt-Cgil nazionale con il contributo della Filt-Cgil Livorno. L’evento ha riunito rappresentanti sindacali, accademici, imprenditori e istituzioni provenienti da Italia, Belgio e Olanda.
Nell’evento di oggi, moderato da Marco Casale, hanno preso parte persone di rilievo quali: Salvatore Marra (responsabile politiche europee e internazionali CGIL), Francesco Beltrano (segretario generale Fise-Uniport), Livia Spera (segretaria generale ETF), Elisa Gigliarelli (Segre. Nazionale FILT CGIL) e Benedetta Scuderi (Europarlamentale A.V.S) che si è collocata da remoto. Le conclusioni sono state affidate a Amedeo D’Alessio della Segretario Nazionale FILT CGIL.
Come molti altri scali internazionali, Livorno punta alla digitalizzazione completa delle procedure doganali e logistiche, con l'obiettivo di ridurre i tempi di attesa per le navi e migliorare la sicurezza delle operazioni. La tecnologia sta cambiando anche per quanto riguarda l’intelligenza artificiale applicata alla gestione portuale. Bisogna comprendere in che misura l'Ai influenzerà il settore. È stato sottolineato proprio come i sindacati debbano “gestire” l’intelligenza artificiale per il mondo del lavoro.
A spiegare il significato profondo dell’iniziativa è Giuseppe Gucciardo, segretario generale della Filt-Cgil livornese. L’obiettivo non è fornire soluzioni immediate, ma avviare un percorso collettivo. Il sindacalista auspica la nascita di un documento condiviso, una sorta di manifesto che possa guidare le trasformazioni tecnologiche in corso, evitando che vengano subite passivamente.
“Sarebbe un ottimo punto di partenza – ha spiegato il segretario – definire insieme una visione comune su come affrontare l’impatto dell’IA nel contesto portuale. Il clima è positivo e la disponibilità al dialogo è alta: un segnale incoraggiante”.
Ma come stanno vivendo questi cambiamenti i lavoratori dei porti? “Non parlerei di problemi nel lavoro portuale – ha spiegato Beltrano in un’intervista – quanto piuttosto della necessità di accompagnare le trasformazioni in corso. Serve rendere il lavoro più flessibile e rispondere alle istanze legate allo sviluppo tecnologico e alle sfide ambientali”.
Il convegno è stato, dunque, più che un semplice momento di riflessione: ha lanciato un messaggio chiaro. Anche nel futuro dominato dal digitale, il lavoro resta una questione di mani, diritti e umanità.